Posts Tagged ‘Muhammar al Gheddafi’

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Se verrà la guerra, marcondirondero

22 marzo 2011

La migliore posizione teorica sugli eventi di stretta attualità nonostante tutto il rumore che ci circonda. Questo blog si dichiara contrario allo sfruttamento eccessivo di de André, ma quando ci vuole ci vuole.

(il video non c’entra nulla, ma il signor Sony ha deciso che le SUE canzoni si possono guardare solo su YouTube)

Se poi proprio ci tenere a leggervi qualcosa, però, vi diamo un elenco ragionato di fonti e commenti -non per forza equilibrate in base alla par condicio, ma almeno intelligenti, ecco, quello sì.

Fonti:

– La pagina di Mibazaar, un sito che geotagga su Google Maps gli ultimi tweet dalla Libia, live

– Sul sito Linkiesta, le infografiche sul ruolo e la collocazione delle tribù libiche e con la posizione dei comandi militari e degli armamenti. Per approfondire la storia della Libia e delle sue popolazioni (ché la Libia come entità unica mica esisteva prima del 1911, ce la siamo inventata noi) articolo di Massimo Introvigne sulla Bussola Quotidiana.

– La stessa cosa, ma con una mappa unica, interattiva e dettagliata con le unità navali ed aeree per ogni paese sul sito de El Mundo: l’unico difetto è di essere, ovviamente, in spagnolo (ma si capisce, suvvia).

Gasdotti, oleodotti e giacimenti libici in un’ottima carta di Limes.

– Su MotherJones, Liveblogging dall’inizio degli scontri ad oggi, in inglese: ben fatto, altrimenti c’è Repubblica.it che si salva.

Commenti:

Cosa ne pensa chi scrive, in due parole? Qui; Sandrone Dazieri.

Gli articoli in assoluto migliori, che mettono ulteriori dubbi ma danno un buon quadro della situazione senza retorica, li abbiamo letti da parte di Enzo Mangini sul sito di Carta (“Nel dubbio, bombe”) e qualche giorno fa da parte di Gennaro Carotenuto (“Bengasi, nonostante l’ONU, è sola”).

L’ottimo Gabriele del Grande si trova a Bengasi e da lì aggiorna il suo blog, Fortress Europe: un pugno nello stomaco.

Dopodiché, se vi va spaziare un poco: ci sono

– “Tutti i dubbi sulla guerra in Libia”, sul Post: che poi proprio tutti non sono -Piero Vietti sul suo blog sul Foglio ha messo  insieme i pareri della stampa italiana fino a ieri (22 marzo, qui)

Un articolo che studia l’impatto dei missili Cruise, sul manifesto: parallelamente, uno studio su PeaceReporter s’interroga sull’uranio nei Cruise

– “Perché si ricomincia con la guerra” su Mazzetta

– “Cinque stupidaggini sulla Libia“, su Distanti Saluti (mah)

– Carmilla, “La vergogna senza fine di noi Occidente in guerra” (doppio mah)

– C’è l’abilità dello staff di Obama dietro l’apparente ruolo defilato degli USA? Lo sostiene Christian Rocca sul Sole 24 ore.

– A proposito del trattato italo-libico, di accordi e diplomazia internazionale, “Pacta sunt servanda” su LexItalia.

Infine, su Repubblica ci sono i reportages di Vincenzo Nigro, e per la cronaca date un’occhiata ai siti delle agenzie: Ansa, AgiAdnKronos, ReutersAsca, Autostrade per l’Italia, ma soprattutto con la partecipazione dell’ENI. Speriamo finisca presto.

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Cattivissimo me

24 febbraio 2011

Riprendiamo questo lancio dell’agenzia Asca, che vi prego di leggere attentamente cercando di visualizzare le scene (tip: a Malta perché avevano paura di essere rimpatriati dall’Italia):

LIBIA: ESILIATI A MALTA BRUCIANO BANDIERA ITALIANA

(ASCA-AFP) – La Valletta, 22 feb – Circa 100 cittadini libici rifugiati a Malta hanno bruciato una bandiera italiana durante una manifestazione di protesta contro Muammar Gheddafi davanti all’ambasciata libica a La Valletta. I manifestanti, davanti alla polizia che circondava l’edificio, hanno gridato slogan contro l’Italia, accusata per gli stretti legami con il dittatore di Tripoli, e hanno definito ”eroi” di due piloti dell’aviazione che ieri si sono rifiutati di bombardare la folla a Bengasi e sono scappati a Malta, il paese della Ue piu’ vicino alla Libia.

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la foto non c'entra nulla, ma senza questa didascalia non l'avreste mai saputo

Così come in Libia si grida “Morte a Berlusconi” e slogan contro l’Italia: mentre vengono massacrati a colpi di machete i migranti del corno d’Africa respinti dall’Italia nelle carceri libiche (prendetevi un attimo per rifletterci). E adesso vai lì a dare loro torto: per loro, noi, l’Italia, siamo i cattivi.

 

Lo so che è difficile da pensare: nelle favole che leggevamo da bimbi (o nei film che guardiamo da adulti) ci identifichiamo coi buoni, che di solito sono anche bianchi e cristianoccidentali. Certo, la storia non dà giudizi di valore, ma chi storico non è ha tatuato dentro la testa un modello narrativo di buoni VS cattivi: è persino giusto, viene facile da raccontare. Ma provate a pensare a come i libri di storia che fra qualche decennio parleranno di questi tempi e alle parti in commedia: da che “parte” metteranno noi?

Dico “noi”, non i mercenari italiani che starebbero aiutando a reprimere la rivolta, non i rappresentanti del governo italiano, né solo quelli che li hanno votati. Proprio l’Italia. Adesso ve lo scrivo in grande: SIAMO I CATTIVI. Poi arriverà la Storia ad attribuire non torti e ragioni, ma cause, responsabilità, interpretazioni.

P.S: Ah, prima o poi porta anche un’altra cosa, la Storia: il conto. Salato.

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Manca solo Sauron e poi… ehi, aspetta!

4 febbraio 2011

Oggi Metilparaben raccoglie in questo post una serie di dichiarazioni dell’attuale Presidente del  Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana di solidarietà internazionale a capi di stato non esattamente noti per il loro amore per le libere elezioni multipartitiche e i diritti umani.

Il governo cinese? Apprezzo la loro politica dell’armonia.

(Silvio Berlusconi, 6 luglio 2009)

L’amore del popolo bielorusso per il presidente Aleksandr Lukashenko si vede dai risultati elettorali che sono sotto gli occhi di tutti.

(Silvio Berlusconi, 30 novembre 2009)

Medvedev e Putin sono un dono di Dio per il vostro Paese.

(Silvio Berlusconi, 11 settembre 2010)

Io sono legato da amicizia vera con il presidente egiziano Mubarak, con il presidente libico Gheddafi e con il presidente della Tunisia Ben Ali.

(Silvio Berlusconi, 23 dicembre 2010)

Confido e credo che tutti gli occidentali pensino la stessa cosa: che ci possa essere in Egitto una transizione ad un sistema più democratico senza rotture con un presidente come Mubarak che da tutto l’occidente, Stati Uniti in testa, è stato sempre considerato l’uomo più saggio ed un punto di riferimento preciso per tutto il Medio oriente.

(Silvio Berlusconi, 4 febbraio 2011)

Il titolo del post stesso è “Manca solo Sauron di Mordor e siamo a posto“. Mica vero che manca, c’è anche lui.

Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatulûk, agh burzum-ishi krimpatul