Posts Tagged ‘idioti’

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Da un grande potere.

8 aprile 2011

Recentemente mi è capitato di dover pensare (grazie a questo post su un blog alquanto pheego) a quale fosse il superpotere che desidererei avere.

Ora, molte sono le possibilità -dall’eterna giovinezza al volo alla superforza al poter viaggiare nel tempo: tutti questi e molti altri sono stati citati nei commenti al post e anche chi scrive ha dato il suo contributo, cercatevelo se vi va.

Ma, dati gli ultimi sviluppi della situazione internazionale, penso che il potere che sceglierei sarebbe un poco inconsueto: quello di teletrasportarmi automaticamente ovunque qualcuno pronunci o scriva la frase “perché tutti quelli che vogliono gli immigrati non se li mettono a casa propria?” (o varianti consimili), tirare al suo indirizzo un fortissimo manrovescio e potere riteletrasportarmi a casa.

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Proporzioni.

23 febbraio 2011

Roberto Vecchioni: Sanremo = Vladimir Luxuria: Isola dei famosi.

E volete sapere anche un’altra cosa? Malgrado quel che ne scrissero e ne scrivono alcuni commentatori, né l’uno ne l’altra hanno nulla a che fare con le sorti della sinistra italiana, tanto meno sono sintomi di avanzamento.

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Impara un po’ ora, un ceffone ti do.

3 febbraio 2011

Uno dei miei sogni nel cassetto è quello di avere un giorno abbastanza soldi da poter assoldare centinaia, migliaia di ninja addestrati a colpire, fare male e sparire immediatamente dopo -che siano dislocare in tutti i bar, circoli, luoghi di ritrovo e che percuotano all’istante chiunque dica delle palesi minchiate. In breve tempo, si giungerebbe a una sorta di terrore diffuso e il tasso di imbecillità manifesta crollerebbe di colpo.

Ma in attesa di quel momento, continuo a credere ai superiori diritti del raziocinio sull’imbecillità; che la logica e il buonsenso possano, pur nella dismisura del numero, prevalere sulla stupidità in ragione della loro forza intrinseca, della maggiore verità. Per esempio, ho intenzione di mettere presto alla prova un’idea che mi è appena venuta.

Avete presente tutti quelli che chiamano B. “nano“, e che per di più sembrano credere di essere particolarmente spiritosi e/o di non aver paura di dire le cose come stanno? O, peggio ancora, “psiconano” (made in Grillo), dimostrando così di avere la cultura di un perito elettrotecnico di Gavirate? Ora, i dati statistici provano come sia solo nelle ultime due generazioni che il miglioramento degli stili di vita, i vaccini e un’alimentazione variata hanno alzato la statura media degli italiani, popolo latino e agricolo; e non è che tuttora siamo un popolo rinomato per l’altezza.

Quindi, se in una discussione sulla politica interna sento ancora chiamare B. “nano” da qualcuno di altezza uguale o inferiore a 172 cm, dall’alto del mio metro e ottantatré sarà messo di fronte alla seguente scelta: andare in giro tutto il giorno coi trampoli, da quando mette piede fuori dal letto fino a quando non ci ritorna; oppure rinunciare per sempre al proprio nome, sostituito –all’anagrafe– dall’aggettivo “Nano/a” -“ehi, Nano, mi puoi fare un favore?” “ciao Nana, da quanto tempo! come va?” “Nano, mi ricordi una cosa?”. Mi sembra insieme giusto e razionale. Invito ognuno di voi a fare lo stesso.

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Come confondere gli idioti

13 luglio 2010

E’ proprio vero, no?  =)

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Ah, gli idioti. Ah, i lunatici. Ah, i pozzi.

2 aprile 2010

Tra idioti e lunatici, forse, ci si intende.

“C’è stata all’inizio questa cosa stranissima che probabilmente non sarà creduta, ma si trovano scritti in bottiglia nel fondo dei pozzi.
Chissà cosa significa, mi sono chiesto, buttare in un pozzo un messaggio in bottiglia, come farebbe un naufrago in mare; e sono su questo sempre rimasto piuttosto perplesso.
E’ frequente però nelle pianure, mi hanno detto, trovare nei pozzi lettere, biglietti, lettere minatorie o scarabocchi tappati dentro a una bottiglia. E ci sono cose anche più strampalate che si vedono galleggiare sul fondo.
Questo fenomeno non si sa spiegare; anzi in molti credono che l’acqua dei pozzi sia comunicante nel sottosuolo, e che qui in pianura si sentono dai pozzi spesso venire voci o lamenti, e ci si sente a volte chiamare per nome. E’ difficile forse da credere anche se la cosa è risaputa e comune; ma qui dicevano che le voci sono come le bottiglie che non si capiscono le une come non si capiscono le altre. Potrebbero essere superstizioni, in un certo senso.
Comunque a girare ho incominciato alla fine di agosto, ma così, con poche speranze. Ossia, avevo qualche speranza, ma non la dicevo. E ho seguito come direzione la linea pedemontana, che attraversa anche delle città.
Qualcuno mi ha detto che avrei trovato solo dell’acqua; invece non è stato proprio del tutto così.
Provando a pescare, ho trovato all’ inizio del ferro, sul fondo, delle forchette vecchie, degli uncini; tutti molto arrugginiti. A Salvaterra ho trovato il manico di una cariola, e anche il contadino che mi aiutava ne è rimasto stupito.
Mi ha detto anzi che vicino al pozzo ci stava una vecchia, in passato. Si sedeva lì a pulire i radicchi, e era come se il pozzo le tenesse dei discorsi. E non solo; quando si metteva a parlare alla vecchia le braccia le sembravno due pezzi di corda, e non poteva sollevare un radicchio.
Io ho ascoltato senza pronuinciarmi granché; poi abbiamo pescato una calamita rotta e degli anelli di ottone, credo.
Poi anche, mentre giravo a caso, mi han detto che si era trovato una volta un comizio in una bottiglia. Un comizio di un socialista, o quasi.”

da Il poema dei lunatici, E. Cavazzoni.