Archive for gennaio 2011

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La morale è: don’t ride alone.

31 gennaio 2011

Mi è toccato un pranzo con i parenti in cui da un certo punto in poi si è parlato solo del biglietto orario dell’autobus che da domani 1 febbraio passa a costare da 1,00 a 1,20 euro e di come a questo aumento (aggravato dal fatto che fare il biglietto in autobus non costerà più come comprarlo in tabaccheria, ma verrà 1.50) non corrisponda alcun miglioramento di servizio, anzi.

Adesso c’è il CIVIS, cioè, non è che c’è già, ci sono i lavori del CIVIS. Da anni. Ovunque. Due settimane fa, nello specifico, sono iniziati i lavori su via Mazzini, la strada urbana che ospita da sola buona parte del traffico veicolare verso la periferia est e il comune di San Lazzaro di Savena. La prima mattinata di lavori è stata l’anarchia, con autobus autoarticolati che si bloccavano nelle curve, anziani pedoni nel panico che tampinavano gli ausiliari del traffico, macchine in doppia fila (cosa io pensi della doppia fila si legge qui a fianco), traffico deviato su vie laterali inadeguate, motorini che cercavano di sfangarsela sotto gli occhi dei vigili.

Diciamo che questi anni di lavori sarebbero giustificati, chessò, se portassero automaticamente la pace perpetua tra le nazioni. Invece servono a costruire le infrastrutture necessarie a 4 linee di tram, perché il CIVIS altro non è che un tram su gomma, controllate. Un tram a lettura ottica, che in quanto tale non si può arrestare al di fuori delle fermate consentite e per questo avrà tutti i semafori sincronizzati: ding dong, tutti rossi, passa lui. Eh, ma se c’è un imprevisto e deve frenare? Ci pensa l’autista, che a bordo non deve fare assolutamente una mazza se non controllare. E leggere la Gazzetta, immagino. Ma se può andare solo più o meno dritto come fa se c’è una rotonda troppo grossa? Ci passiamo sotto, che problema c’è?!

Ora, con questo non sto dicendo che già che ci si è speso i milioni su ‘sta cosa non ci si debba finire di togliere il dente piuttosto che pagare milioni di penale. Non voglio dire che non siano dei ridicoli cazzoni gli esperti di sa-il-cazzo-cosa che hanno paventato il rischio di crollo delle Due Torri. Solo che è un progetto ridicolo, costoso e sproporzionato, lasciato indietro dalla stessa casa produttrice e che s’inseriva in un piano per la mobilità a Bologna del tutto fuori scala. Per dire, era quello che comprendeva (oltre a nuove fermate ferroviarie -in effetti in via di realizzazione- cui sarà dedicata la stazione di superficie non appena finiranno di costruire i tre piani tre di quella dell’AV sottoterra) la metrotramvia, per la quale si era sbloccata una tranche di finanziamenti e poi più nulla, il people mover cioè la monorotaia costruita da CCC che andava dall’aeroporto alla stazione E BASTA, con l’unico risultato di fare aumentare il valore dei terreni su cui passa, più ancora altri progetti persisi per strada.

Tutto questo per una città con un centro medievale con le strade larghe poco più del culo di un cavallo, ché a quello servivano, e costruita su due (due) soli assi: quello est-ovest della via Emilia e quello Nord.

Che poi, in teoria bisognerebbe riconoscere delle ragioni a quelli di ATC. In fondo, il biglietto non sono loro che lo aumentano, ma il Comune (commissariato e in vena di tagli al sociale); la recente fusione con l’ATCF ferrarese ha permesso di risparmiare un po’ (con tagli al personale e aumento dei turni per gli altri, ma qui stiamo ragionando come se fossimo dei fottutissimi ingegneri gestionali); hanno assunto come cocoprò gente a caso a cui far fare i controllori; e, pur essendo controllati politicamente in modo squallido, hanno cercato di incentivare come possibile il bike sharing e promuovere il car sharing.

Certo che, se solo l’avessero promosso con lo stile di questa pubblicità “patriottica” degli USA degli anni ’40…

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Vi prego, fatelo

31 gennaio 2011

Se lo fanno veramente dopo li vado a trovare a casa (o in carcere…) uno a uno e do loro 50 sterline per ciascuno. E mi vesto da Sid Vicious.

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Qualcosa di meraviglioso.

29 gennaio 2011

Mi rimangio quello che ho detto: se c’è una cosa che vale la pena di essere vista su Tumblr, è assolutamente questa qua: un generatore di musica elettronica “tattile” e luminoso, con le note visualizzate a seconda dell’altezza.

Questo è un esempio di come appare il quadrato musicale con le note. Convinti adesso?

Una figata assurda pressoché impossibile da descrivere e che WordPress si rifiuta di incorporare in ogni modo, ma so che i miei 24 lettori cliccheranno sul link e ci perderanno le ore (le ore) come ho fatto io.

Va’, ve lo rimetto, tanto ci tengo:

LINK

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Attualità bloggettara.

28 gennaio 2011

Questo va assolutamente visto: dall’ottimo Metilparaben, che si ripete dopo un altro video analogo di qualche giorno fa. La vicenda è la chiamata di Masi ad Annozero di ieri sera, su cui l’unica cosa sensata che si possa dire la dice oggi Matteo Bordone.

Riprendiamo dal blog Nonleggerlo un’altra interessante segnalazione: “Vi sono reati etici peggiori di quelli sanzionati dal codice penale. Se (un uomo delle istituzioni va a prostitute, e si concede un’escursione notturna a “Zoccoland”) non è per niente affar suo, ma di tutti. Un uomo pubblico che si rende ricattabile espone lo Stato a gravi rischi, al cui confronto l’estorsione diventa una bazzecola. (…) Ma poi non lo sa, (qui ci si rivolge direttamente all’uomo delle istituzioni), che la Convenzione sulla soppressione del traffico di persone, ratificata dall’assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1949, recita: «La prostituzione e il male che l’accompagna, cioè la tratta degli esseri umani, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona e mettono in pericolo il benessere dell’individuo, della famiglia e della società»?” come continui e chi abbia sostenuto questa tesi, sapevatelo nel post originale.

Da leggersi, sulle rivolte in Tunisia, l’articolo “Noi voi andare Italia in barca“. illuminante. Dal sito Fortress Europe, curato dal giornalista Gabriele del Grande, uno che sul suo mestiere e su come sia difficile farlo in questo paese se si è giovani pensa queste cose.

Comunque oggi tutto quel che c’è da dire lo dice Vauro nella prima del manifesto. True story bro’.

I post sulle primarie bolognese arriveranno, dateci tempo.

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Once you’ve heard it, you cannot un-hear it.

28 gennaio 2011

Ora, il decasillabo è un verso abbastanza raro nella letteratura italiana moderna: proprio perché schematico e vagamente “cantilenante”.

Recentemente, ne ho scoperto anche un altro difetto, forse il più grave: corrispondere perfettamente al metro della nota danza messicana mariachi nota come Jarabe Tapatìo, che se la chiamiamo così nessuno capisce, ma se invece vi facciamo sentire qui e vi scriviamo parapaparapaparapapa capite benissimo tutti.

Adesso che lo sapete e l’associazione mentale è ben radicata nelle vostre menti, provate a leggere la manzoniana Marzo 1821 normalmente.

 

Soffermati sull’arida sponda

Vòlti i guardi al varcato Ticino,

Tutti assorti nel novo destino,

Certi in cor dell’antica virtù,

Han giurato: non fia che quest’onda

Scorra più tra due rive straniere;

Non fia loco ove sorgan barriere

Tra l’Italia e l’Italia, mai più!

 

L’han giurato: altri forti a quel giuro

Rispondean da fraterne contrade,

Affilando nell’ombra le spade

Che or levate scintillano al sol.

Già le destre hanno strette le destre;

Già le sacre parole son porte;

O compagni sul letto di morte,

O fratelli su libero suol.

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Oggi, 27 gennaio.

27 gennaio 2011

Stamattina in Emilia-Romagna c’era lo sciopero dei metalmeccanici FIOM, in anticipo di un giorno rispetto al resto d’Italia perché a Modena il 28 non si lavora, festa della Ghirlandina. Evvabbè.

Comunque, in centro a Bologna, corteo dei metalmeccanici dell’Emilia-Romagna, con discorsi finali di Landini e Camusso (se voleste leggervi qualcosa per pensarci su, qui). Io ci sarei andato, se non fossi stato all’appuntamento che il mio quartiere riserva alla presenza di alcune scuole locali per il 27 gennaio, giornata della memoria. C’era un buon numero di classi presenti (una dozzina), quasi tutte delle medie tranne per due 5° elementari.

Non è il primo anno che ci vado, ma tutte le volte imparo (o re-imparo) qualcosa. La mattinata era pensata così: spettacolo teatrale di due 3e medie, che lo hanno preparato con l’aiuto di una compagnia teatrale; letture e drammatizzazioni da romanzi, saggi e libri di poesie; attualizzazioni; un lavoro sulle leggi razziali in Italia e i suoi effetti a Bologna; una testimonianza registrata di Liliana Segre; un intervento dell’ANPI; testimonianze di persona di ragazzi delle superiori che negli anni precedenti furono in gita a Mauthausen con il professore che presentava la mattinata stessa.

Innanzitutto mi scordo sempre di quanto sia importante l’educazione fisica e l’educazione alla psicomotricità in genere: anche solo quelle poche ore che possono essere state la preparazione dello spettacolo fanno sì che la capacità di stare su un palco cambi come dal giorno alla notte. Che non si potrà mai sottovalutare quanta differenza possa fare anche un solo, singolo insegnante che ci tenga seriamente al lavoro che fa (e sì, magari uno se ne accorge dopo anni, per quanto retorico e vecchio sia questo discorso) e alle persone che ha davanti. Che invece un insegnante che se ne frega non faccia una quantità di male uguale-e-contraria, ma insomma, male ne fa.

Non che per questo un 14enne sia un oggetto malleabile a piacere, eh. Anzi, magari alcuni di essi riescono a mettere in scena questa poesia di Paul Celan dando l’impressione di averla capita più di me. Magari si scelgono la colonna sonora del documentario che li ritrae in gita e chi sa suonare uno strumento lo fa egregiamente.

Magari riescono a stupirti perché, quando un gruppo di loro coetanei legge “Prima vennero…” attualizzandola e facendola propria, nessuno si muove alle parole “siamo tutti un po’ zingari“, ma si solleva un putiferio a “siamo tutti un po’ omosessuali” (e qualcuno fischia anche “siamo tutti un po’ comunisti“).

Un minuto prima si distraggono durante il video con la Segre ed escono a fare casino, epperò stanno attentissimi quando parla una ragazza che ha 4 anni più di loro. Gli adolescenti sono animali strani, notavamo anche qua. Sempre sull’argomento di insegnanti, ragazzini, razzismo e manipolazione a me ha fatto molto riflettere anche questo post sul blog Haramlik.

Per chiudere: è la giornata della memoria, quindi se siete a Bologna stasera all’Arterìa c’è una serie di reading sulle vittime dimenticate dell’Olocausto, omosessuali compresi, visto che pare ci sia bisogno di ricordarlo, eccome.

Sul versante della Shoah, invece (siccome non è che ci sia meno bisogno di ricordarla), che pensare di questa iniziativa della Regione Umbria? Si tratta di una campagna-shock per la giornata di oggi su Facebook: slogan come “La Shoah non c’è mai stata” oppure “Epperò se la sono un po’ cercata“. A me convince, per quanto forte sia, proprio perché corriamo il rischio di non capire fino in fondo cosa “ricordare” significhi, anestetizzati come siamo dal dovere istituzionale (e non lo dico solo io). Fa male? Fa bene? Pareri?

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Acrobata, saltimbanco.

27 gennaio 2011

Sto seriamente pensando alla possibilità di aprire un Tumblr e intitolarlo “Foto di persone che fotografano cose indegne di essere fotografate”. Penso che dovrei aggiornarlo decine di volte al giorno.

La fotografia digitale è IL MALE.

Almeno se messa in mano a persone che non sono in grado di farsi la domanda “se avessi un rullino da 24 da dover successivamente sviluppare, farei questa foto?”.

No, al di là di tutto, un’altra proposta seria per un Tumblr sarebbe questa. Invece Tumblr notevoli (ovviamente al di là di quello che vi segnalammo come punto di riferimento intellettuale mesi fa) secondo il sottoscritto sono Fuck Yeah Skinny Bitch e quello di Justine Joli, pieno di belle segnalazioni riguardanti gli interessi della suddetta: fantascienza, foto curiose, argomenti geek, artisti dalle creazioni bizzarre. Ecco, la cosa curiosa è che la sua occupazione lavorativa è questa. Il che significa che se cercate il suo nome su Google Video con il Safe Search disattivato… Ma mi fermo qui.

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Aggiornamento.

24 gennaio 2011

Il principale aggiornatore di questo blog, nonché webmaster, è stato impegnato nella giornata di ieri a somministrare questionari anonimi ai seggi delle primarie bolognesi a fine di rilevazioni statistiche, per un pugno di sporchi euro, dopo avere sostanzialmente sputato sulle primarie per mesi. Per lo stesso motivo (gli euri) egli sta effettuando uno spoglio dei risultati statistici suddetti.

Ergo, a risentirci a quando avrò più tempo con un articolo sulle primarie stesse. [EDIT: se intanto avete voglia di leggervi qualcosa…]

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“La maxi-storia”

22 gennaio 2011

Ma voi lo sapevate che nel testo originale della sigla del telefilm noto come “Willy il principe di Bel Air” non si fa alcuna menzione di Spike Lee?

Io ci sono rimasto parecchio male.

P.S. Immagino che i doppiatori italiani siano stati fuorviati dall’idea che negli anni ’90 si poteva avere della cultura rap in Italia senza essere specialisti: sono niggu, in da ghetto, high-five bro –> Spike Lee, Fa’ la cose giusta, il black panther, l’orgoglio nero. Invece volevano solo giocare a basket.

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Chi sono i Fenici e perché sono importanti.

20 gennaio 2011

Io, in sostanza, vi odio. Infatti metto qui sul blog le cose che vorrei trovare io, se non fosse che io evidentemente le ho già trovate -quindi devo fare uno sforzo di astrazione e pensare “quali delle cose che piacciono a me possono avere un interesse generale?”.

Oggi finisco a leggere questa storia raccontata da un insegnante (cioè, uno che nella vita fa l’insegnante, non è che il blog sia tutto sull’essere un insegnante delle superiori) e mi vengono in mente tante cose, dei problemi che non mi mettevo da tanto tempo e dei dilemmi morali sulle cose che mi dice mia sorella di 15 anni quando non studia. E poi voglio dire, studiare la Storia mi sembra la cosa più importante che ci sia al mondo. Invece.

Oggi, in prima, interrogo Giulia in storia. Niente di eccezionale, naturalmente, se non fosse che Giulia, da settembre a oggi, non ha mai preso nemmeno un voto sufficiente, né in italiano orale, né in italiano scritto e nemmeno, appunto, in storia. Per cui so che deve essere un’interrogazione pacata, senza fretta, attenta.

Inizio chiedendole l’ultimo argomento che abbiamo studiato: i Fenici. Le dico: «Prova a spiegarmi chi sono e perché sono importanti». Lei comincia a parlare ma capisco subito che si confonde: forse sta parlando degli Assiri.

continua sul blog Sempre un po’ a disagio

Cià, forse vi odio anche un po’ di meno, per oggi. Se non commentate però sì.

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Discorsi da autobus.

20 gennaio 2011

Per dire, uno magari non vota Lega però dice “però comunque ci sta che nel momento in cui in una società crescono gli immigrati, crescono pure i partiti contro gli immigrati.”

Invece, no –e c’ho le prove. Ovvio che questo non vuol dire “si fotta la signora anziana che si sente spaesata e indifesa salendo sull’autobus con 10 persone e magari è l’unica italiana-italiana”: vuole dire che non è che la signora anziana il giorno dopo fonda un partito xenofobo, ma deve trovarselo già bello pronto, votabile e che dà le risposte che non le pare di trovare in altri partiti.

Comunque la soluzione giusta non è “salgo sull’autobus e siccome sono progressista e credo in un futuro migliore per l’intera razza umana me ne frego del colore della pelle di chi mi sta di fianco”: è “ah, sì? adesso che me lo fai notare…” Il problema sta lì, sta.

P.S. Poi però cedete il posto a sedere alla sopradetta signora anziana, meglio se evitando di chiederlo ché poi mi si schermisce “no, no, scendo solo fra 8 fermate…”

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Ciapa ‘sto SEO.

19 gennaio 2011

Siamo tornati con l’appuntamento che tutti voi stavate aspettando: la pubblicazione delle chiavi di ricerca più folli con cui voi là fuori siete arrivati su questo blog! E che incentiviamo, visto che le riprendiamo e le trasformiamo in tag!

Ricordiamo a tutti che le due folli puntate precedenti sono qui e qui.

Iniziamo da quello che è presumibilmente un ragazzino delle medie che cercava “quali sensazioni ti ha comunicato la poesia Il tuono?” Non lo sappiamo, ma hey, faccelo sapere! E poi dicci le figure retoriche!

Abbiamo poi “stati su Facebook“. E voi sapete quanto spesso si parli di stati si Facebook qui.  Un’altra informazione di servizio: “dove è morto Ovidio?” In effetti la prima pagina di risultati da Google risponde a proposito di Orazio, quindi siamo meglio noi.

Ma c’è anche chi è arrivato qui cercando “ebree famose” -per essere ebree? Non è chiaro- e “illustratori giapponesi“! Spiacenti di non potervi aiutare. Chi invece cercava “Rodin mano di Dio” sappia che no, quello era Maradona, ignorante!

Ci sono poi le persone che per le festività si sentono abbandonate: quindi solidarietà umana a chi è arrivato qui cercano invano “ragazze nude Natale“, perché di solito nell’emisfero Nord si coprono e molto, e se si svestono non lo fanno per te, e chi desiderava “bartleby bologna 3 gennaio 2011“. Lo so, è dura per tutti, ma proprio al Bartleby volevi finire? A proposito di posti, qualcuno invece cercava “XM24” o “t-turn via delle moline“, no, noi ci trovi all’osteria del Sole.

C’è poi il filone dell’italiano sbagliato: ad esempio, “centrale nucleare italia ce?” (è una domanda complessa: funzionante, no. Almeno per ora), “vidio quasi niente“, a meno che non sia una formula magica, e “lebe russe“, che invece è una formula magica.

Poi c’è il versante tecnico di voi: quelli che cercano “galleria immagini con wordpress e lazyest gallery” -EH?- oppure “articolo inglesi tradotti riforma“, da cui apprendiamo anche che c’è il Governo del fare ha riformato gli inglesi tradotti. Era ora!

C’è anche chi cerca “Diotecabologna” senza però venerarci e adorarci per questo, uno che chiameremo “il compagno segreto” che auspica “borghesi ancora pochi mesi” mentre prepara la rivoluzione armata e un amico dai Balcani che digita “serbia decreto flussi 2011“.

Sarà andata a buon fine la ricerca di “daddy innocenti guidonia“? O di “fighe francesi foto” (ma come si riconoscono, ti parlano? O hanno una baguette infilata -ok, basta)? Non lo sapremo mai ( e nemmeno c’interessa).

Apriamo allora il filone commerciale! Quindi, benvenuti a tutti/e voi che cercate “che musica fa da colonna sonora allo spot Mediashopping“, una domanda di sconcertante attualità, “pubblicità kinder colazione più wiki” -ma perché “Wiki”? C’è una Wikipedia per questo? Oppure Wiki è il nome del pinguino?- e “canzone degli Stadio in un film di Jerry Calà“! Soprattutto perché è importante ascoltare buona musica mentre si guarda un bel film! Da questo punto di vista non sappiamo purtroppo aiutare l’esperto di film di Villaggio che cercava “Fantozzi crocifisso inps“.

Avete paura delle scie chimiche o del signoraggio bancario? Allora non cercate “reato di persuasione occulta” o “persuasione nelle riviste nei giornali“, rischiereste di dare ragione ai poteri forti che vogliono insabbiare tutto! E soprattutto non mettete le riviste NEI giornali!

Bene, continuiamo: non so se chi cercava “bersagliere” sia stato esaudito, ma questo paese ha senz’altro bisogno di giovani nell’Esercito: giovani che lavorino, che si sporchino le mani, che tornino a fare lavori manuali come chiede Sacconi: che insomma cerchino “denti paracarro bologna” (Denti è il nome, vero? Oppure…) o ancora più estremi, come chi cerca “paracarri cemento Carpi“: in cemento magari no, dài.

Non per questo però chi serve lo Stato nelle forze dell’Ordine deve rinunciare al senso estetico, e lo sa bene chi va cercando “greche decorative per caserme di carabinieri” affinché l’Arma sia illustrata anche nei suoi edifici! Certo che se le scegliete su internet, però… Vabbè.

Ma non vogliamo discriminare la componente femminile: donne, qualcuna di voi “mostra la figa“? Oppure è un ordine: “mostra la figa!” Mah. Perché a questo punto c’è chi voleva “studente mostra la sua figa“, dimostrando peraltro parecchia confusione. Ma poi, come si chiama la ragazza? Perché potrebbe trovare la soluzione se cerca il”video la figa di Iris“, che spero non abbia a che fare con Biagio Antonacci.

Ah, al carabiniere di prima in caserma servivano delle “righe bianco nere verticali“? No, perché evidentemente questo blog ne parla. Così come immaginiamo debba parlare anche di “morte scure“, e vedete voi se per scure s’intende “poco luminose” o “accétta”. La seconda è meglio, comunque, e anche più splatter. C’è anche chi ci si eccita, con certe cose -anche se è più probabile che lo faccia con “youporn bologna” (Ora autoerotismo anche nella TUA città!) o con un “primo piano di figa foto” (quanti anni hai, 13? Sì? Ah, ok, scusa).

C’è chi cercava un classico della risata come la barzelletta di Pierino che fa “SUORPRESA“, chi si rivolge a noi perché vuole “comprare torta fritta a Fidenza” e a cui consigliamo di uscire di casa e camminare fino a un panificio (oppure vai in pellegrinaggio a Fidenza per comprarne?) e chi, maniaco dell’igiene, vuole finalmente vedere il “decadence bologna scopato” -che indecenza, quel pavimento!

Poi ci sono i casi gravi. Volevo fare una classifica, ma non ci sono riuscito, siete tutti troppo bravi e superate ogni nostra previsione di perversione gerontologica o feticistica.

Gelmini cute (sarà idratata?)

piadina alla merda (mmm, buona! Non mangerò mai più una piadina alla Nutella in vita mia, stronzi)

mostra video di fighe in calore da non richiedere con carta di credito (in calore non c’erano, le metto nel microonde?)

video di uomini che picchiano le donne e le spogliano (le donne: tutte le donne -ma poi, lo fanno contemporaneamente?)

cacca sui tetti India (è stata l’apertura di Studio Aperto ieri)

100 anni e gli tira la figa (vi amo. la mia preferita, nonostante l’errore)

raglio Pupi Avati (che capisco possa non piacere, ma…)

Gesù FAIL (ma dopo 3 giorni è tornato in vita!)

tu suc u suc pasta e suc significato calabrese (fareste la gioia dei leghisti, voi)

You porn scopate nevrotiche (ok. ok. ok.)

poetesse tradite (ma da chi?? Tutte dalla stessa persona?)

suore calde mostrano la figa (porno d’annata).

Qual è la migliore di tutte, secondo voi? Sono aperte le votazioni!

A risentirci, spero.

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Proporzioni.

19 gennaio 2011

“Andatevi a vedere su una mappa quanto caspita è grande Mirafiori”, dicevamo.

Risposta dimensionata: circa due terzi del centro di Bologna (centro inteso come la parte dentro le mura).

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I’ve NEVER felt SO old like now.

18 gennaio 2011

Abbiamo già parlato di quanto tempo sia passato dalla nostra infanzia. Andiamo, sapevamo tutti che questo momento sarebbe arrivato. Il momento in cui oggetti che tutti noi sappiamo riconoscere e utilizzare, ma che non sono più né in commercio né in uso da anni, sarebbero stati del tutto svuotati di significato per le nuove generazioni.

Solo, non pensavo così presto, ca220.

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L’anno scolastico 1996/1997

18 gennaio 2011

Riascoltando “Irata” per scrivere il post precedente, mi veniva da pensare a quanto, durante l’adolescenza, notassi e fossi di volta attratto, infastidito, urtato, disgustato o incuriosito dagli stili di vestiario/musica che vedevo esibire dai miei coetanei o da amici poco più che tali.

Ogni vero adolescente esprime infatti l’unicità e preziosa irripetibilità della propria persona, nonché la sua totale lontananza dalla massa conformista e pecorona che-segue-solo-le-mode aderendo a una comunità generazionale che presenta al suo interno esattamente quei caratteri di conformismo e aderenza cieca a una moda. Ma non è questo il punto, e poi non voglio prendermela con gli adolescenti, troppo facile [avvertenza: questo non me li rende meno molesti e/o fastidiosi].

Quel che volevo dire è che allora certe distinzioni fra varie tribù metropolitane mi sembravano perfettamente rispondenti a divisioni di censo (truzzi=ricchi o sottoproletariato), di opinioni politiche (sinistra=zecche), di tendenze caratteriali (depressione=gothic), di voglia di menare le mani (i gabber, che immagino si siano estinti uccidendosi a vicenda dalle parti del 2001) o ancora il semplice bisogno di trovare qualcosa di simile ad una chiesa (i metallari). Le puntuali liti alle scuole medie erano una specie di guerra simulata, l’affermazione di una separazione che sarebbe stata destinata a durare in eterno tra chi ascoltava un certo tipo di musica e chi un altro.

 

Invece no: poi si diventa grandi e alcuni -molti- dismettono quelle vesti. Nell’età adulta rimane solo la distinzione tra gli imbecilli (un’ampia maggioranza dell’umanità, che sospetto in via di progressivo allargamento) e tutti gli altri. Dalla parte sana c’era chi, in quel torno d’anni o poco dopo (1995-1997) comprò Mellon Collie and the infinite sadness, OK Computer e Linea Gotica (o al massimo recuperò qualche anno dopo). Dall’altra, temo, tutti gli altri.

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Linea Gotica.

18 gennaio 2011

La “via aziendale alla classe operaia” è una via lunga; ma, alla fine, chiusa. O ci trovi, in fondo, il padrone; o, nel migliore dei casi, la tua stessa coscienza e la storia, che la sbarrano.

Ottiero Ottieri, “La linea gotica : taccuino 1948-1958”, Parma, Guanda, 2001

L’intellettuale socialista Ottiero Ottieri (qui l’ottima voce su Wiki) parla di sé e del suo lavoro alla Olivetti e insieme delle sorti del sindacalismo.

Si aggiunga che il suo mestiere, allora, era il selezionatore di personale alla Olivetti di Ivrea, dopo essere passato per mansioni ugualmente legate al personale in altre aziende. La grande fabbrica la conosceva bene, e mentre allora, nel ’55 si discuteva delle elezioni della Commissione Interna a Mirafiori (che è la grande fabbrica: io non so quanti di voi conoscano bene Torino, ma se così non è controllate su una mappa quanto caspita è grande) lui lavorava alla Olivetti dell’ingegner Adriano, tutt’altra impostazione. “La linea gotica” è il diario politico, lavorativo, letterario, quel-che-volete di quegli anni intensi.

Vi si spazia dai ricordi di gioventù, alle considerazioni sulla natura del fascismo, ai report dei congressi di sezione, alla meningite e al suo ricovero forzato, ai destini della classe operaia, alla letteratura, alle conversazioni sulla vita e la morte. Una recensione completa fatta dal sottoscritto ai bei tempi andati ve la incollo qui. A leggere il libro vi fate un favore, l’ultima edizione costa 8 euro, sul web pure meno.

L’organizzazione materiale del lavoro alla catena di montaggio nel 2011 c’entra poco, nella maggior parte dei reparti, con quella del 1955, a volte quasi niente: ma anche oggi si parla di via aziendale alla classe operaia. Oh, certo: quella prevista lucidamente da Ottieri ha già vinto, e di molto -pensiamo che i corsi di formazione in fabbrica prevedono da anni quelle cialtronate made in USA sull’autostima, mettersi in cerchio, gridare le cose tutti insieme- ma se c’è una linea gotica, allora ci sono anche dei nuovi barbari, solo che non stanno tutti dalla parte di Marchionne. Barbari sono tutti quelli che immaginano che operaio = corpo sfruttato o sfruttabile da sottoporre al ritmo lavorativo di una macchina. Ottieri capisce che così non è -non era così allora come non lo è oggi.

Non nel senso che è cattivo chi desidera che sia così; nel senso che è scemo chi crede che lo sia. Un operaio (o un’operaia) è uno che di mestiere fa quello e poi nella vita fa altro, ha una famiglia degli amici una religione una squadra di calcio eccetera. Barbarico è vedere solo le 8 ore al giorno di fabbrica e non le altre 16: sindacati o no, chi a Mirafiori o Pomigliano d’Arco ha chiesto un contratto migliore ha chiesto (anche) un po’ più di rispetto per quel che un lavoratore è e fa quando non lavora, mica ha invocato “l’unità della classe operaia” e il suo ruolo storico.

P.S. La linea gotica del titolo, comunque, è quella attraversata dal romano di genitori toscani Ottieri nel decidere di lavorare al Nord, a Milano, per prendere realmente contatto con la realtà operaia. Il suo ultimo libro, un romanzo, s’intitolava “Un’irata sensazione di peggioramento“, citazione da Il partigiano Johnny di Fenoglio. Non potevamo esimerci dal mettere su questa.

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Wicenza!

16 gennaio 2011
La sera di oggi, domenica 16 gennaio, si svolge a Vicenza una fiaccolata molto particolare.
Chi ricorda il movimento No Dal Molin? Seppure la sua visibilità nei media mainstream nazionali sia scemata parecchio rispetto agli inizi, esso va avanti e si confronta con le nuove sfide causate dall’inizio dei lavori di allargamento della base americana.
Conviene fare un po’ di storia: siamo a fine 2006 e dall’estero l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi dichiara candidamente che l’allargamento della base NATO situata alla periferia (ma neanche poi tanto, a ben vedere) del capolugo berico sarebbe cominciato a breve, che non era in discussione e che il piano dei lavori era quello presentato dagli USA stessi, cioè un raddoppio della superficie. Detto questo, molta gente, a Vicenza e no, si incazzò alquanto e per delle buone ragioni: a partire dall’articolo 11 della Costituzione, se volessimo fare i raffinati, visto che i generali della base alla domanda “ma da qui partiranno anche i bombardieri per l’Afghanistan?” risposero “FUCK YEAH!”; l’opportunità di costruire una *@%%# di base militare enorme a pochi chilometri dal centro città (e da una città con un centro storico -tipo- patrimonio Unesco); nessuna garanzia offerta dal piano sulla tutela dell’acquifero sottostante Vicenza, che anzi studi indipendenti dicevano a serio rischio di compromissione; nessuna chiarezza sul tipo di armamenti in dotazione agli aerei della base (per dire: petardi? missili di precisione? “bombe intelligenti”? Uranio impoverito? Così, per sapere).
Il governo fa spallucce, dice “la base si farà, ma sul tema della servitù militari sul suolo italiano apriremo una conferenza internazionale”. Il problema è che questo ordine di risposta manca completamente il punto: a Vicenza si parla di una gigantesca questione insieme ambientale, di visione dei rapporti internazionali e democratica -dato che tutto ciò passa bellamente sopra la testa dei cittadini che dovranno bere l’acqua e respirare l’aria di quei luoghi. Si aggiunga che l’allora giunta Hullweck, di centrodestra, era favorevole alla base (“gli americani ci portano il lavoro!”) e contraria a riconoscere la validità di un eventuale referendum consultivo che permettesse di sondare le opinioni della popolazione.
Che succede dunque? Succede che il 16 gennaio 2007 si svolge a Vicenza una riuscita e partecipata manifestazione contro la base: è l’inizio di un movimento più ampio e allargato, con le radici in città ma lo sguardo rivolto alle dinamiche del mondo esterno. E allora ci si dice, “rilanciamo”: manifestazione nazionale per sabato 17 febbraio 2007. I giornali e il governo nazionali impazziscono (sul serio!) e agitano per settimane lo spettro di Brigate Rosse (va detto che erano stati fermati poco prima dei sedicenti neobrigatisti), violenze, black bloc, facinorosi, infiltrati. Viene da dire che per fortuna 4 anni non sono passati invano e oggi il clima intorno alle manifestazioni è tutt’altro.
Il risultato è questo:

200.000 e più persone che sfilano pacificamente, vicentini di tutte le età insieme a manifestanti venuti da tutte le parti d’Italia, dalla Val Susa a Reggio Calabria.

Adesso facciamo un cosa alla Animal House: cos’è successo in questi 4 anni? In questi anni sono successe molte cose: il presidio permanente No Dal Molin è diventato una realtà organizzata e radicata in città ed ha avuto modo negli anni di organizzare molte iniziative, manifestazioni, festival… L’annunciata conferenza sulle servitù militari non vi fu mai, visto che il governo Prodi cadde una prima volta (per finta) di lì a poco proprio sulla politica estera. Paolo Costa, il commissario nominato dal governo per sovrintendere alla costruzione e della base per correggerne eventuali difetti, storture, mancanza di valutazioni preventive etc. ha perlopiù fatto sì che i lavori potessero proseguire in spregio alle cose appena citate, compresa -tipo- la Valutazione d’Impatto Ambientale. Una giunta di centrosinistra, meno sdraiata sul progetto della base, ha preso il posto della precedente e vi siedono anche consiglieri della lista No Dal Molin.Il progetto presentato all’inizio dalle forze NATO è cambiato e ora si estende su un’area più piccola, mentre sul resto dell’area Dal Molin sorgerà il Parco della Pace. I lavori alla base sono partiti puntuali, e il cantiere ora avanza a tempo di record.Dopo le recenti alluvioni nel vicentino, c’è anche chi s’è chiesto se fosse poi ‘sta grande idea costruire una base militare lì: nessuna risposta da parte dei soliti noti. Così qualcuno più malizioso s’è chiesto se per caso non possa esserci un legame tra una devastazione dovuta al cedimento (tuttora non chiarito fino in fondo) di alcuni argini e la cementificazione di un’area enorme: malizia, ovviamente -ma anche in questo caso nessuna risposta. Chi ne volesse sapere di più trova un appello qui.

La bella intervista di Orsola Casagrande a Olol Jackson (uno dei portavoce del movimento) la trovate qui.

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Tassonomie.

16 gennaio 2011

TIZIO: – Ohi, ciao. Piacere, [….] ma lo sai che io ti vedo sempre alle manifestazioni?

IO: – Sì? Mah, io purtroppo non sono per niente fisionomista, per cui non so se ti riconoscerei

– No no, ma io invece ti vedo tutte le volte in manifestazione, solo come un trozkista…

– Ah, come un trozkista? Io tra l’altro non è che abbia particolari simpatie…

– No, ma è un modo di dire che ci sta dalle parti mie: perché vedi, in una manifestazione ci stanno sempre diversi gruppi. Ci stanno quelli che sfilano, tutti belli carichi, con gli striscioni e tutto: quelli che vengono con gli amici: quelli che stanno ai lati della strada fermi e un po’ chiedono qualcosa a quelli che passano e un po’ si lamentano; quelli li chiamiamo “i rompicoglioni”.

– …

– E poi ci stanno quelli che vengono da soli e rimangono lì un po’ circospetti: per quello diciamo che sono soli come dei trozkisti.

– Ah, ecco.

La conversazione in oggetto si è svolta giovedì sera a casa del vicedirettore tra me e un tizio napoletano mai visto prima.

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E mo’ però ve state a allarga’ un po’ troppo, eh?

16 gennaio 2011

L’abbiamo già scritto: non è che ci teniamo particolarmente a fare un blog antifa’ e anche quando trattiamo di temi legati all’antifascismo militante cerchiamo di farlo senza visioni preconcette. Certo, l’idea sarebbe quella di sviluppare un dibattito, ma se voi non commentate poi non vi lamentate.

Dunque: uno gira per la rete e può trovare strane cose, come questa:

Un simpatico corteo contro i  crimini del comunismo (non  capisco cos’abbia a che  fare  con l’unità d’Italia, ma  immagino sia  un limite mio)  intitolato FOIBE, a dare  retta  al volantino. Citiamo da Piovono  Rane, che fa  notare l’anomalia di un  ministro che sfila  insieme a un centro  sociale:

Per essere più precisi, il centro sociale in questione è una «comunità militante» in cui «si respira l’aria  pulita del cameratismo» e che si batte «per il primato della gerarchia  sull’assenza di regole, della fedeltà sul tradimento, della Patria sull’internazionalismo», «per l’Università dell’identità e della Nazione», e naturalmente «facce al sole e vite d’avanguardia».

Buona manifestazione, ministro Meloni.

E questo già basterebbe. Poi arrivo qui:

Scusa, come? Camerata? E mo’ ve state proprio a allarga’, però. Prendere uno dei fumetti più belli che l’Italia abbia prodotto e trasformare la creatura  La reazione, giustissima e di pancia, più sensata sarebbe questa qui, dal blog di Luigi Bicco: “Corto Maltese un camerata? E Totò Schillaci no? E Sbirulino? E Tiramolla? Ma davvero davvero ancora non vi stancate di dire cazzate? Ancora? E che ci vuole per farvi capire che dovete trovarvi un lavoro serio? E lo so che è dura, in questo momento. Però almeno provarci.”

Una seria e documentata disamina della questione, ovviamente destituita di alcun fondamento, su ComicusNon ho gridato“viva qualcuno”, rimane semmai l’unica fede politica di Corto.

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“Onda calabra”, informazione di servizio.

15 gennaio 2011

Un servizio di un quarto d’ora su RaiNews24 a mo’ di marchettona al film di Albanese di prossima uscita -per dire, quello sul bel personaggio di Cetto Laqualunque- che aveva come sottofondo musicale “Qualunquemente (onda calabra)” e non che abbiano trovato 5 secondi per dire che è una reinterpretazione di “Onda Calabra” de Il Parto delle Nuvole Pesanti, gruppo calabrese “domiciliato” a Bologna.

Anche perché la canzone fa onda calabra, doichlanda perché fa da colonna sonora al documentario di Giuseppe Gagliardi e del Parto stesso intitolato, appunto, Doichlanda e dedicato agli emigrati calabresi in Germania. Il documentario, a volte leggero, altre amaro, sempre sul filo dell’ironia, è molto bello. Recensioni qui e qui.

Già che ci siamo, facciamo quel che avrebbe dovuto fare RaiNews24:

Ah, e loro sono un sacco bravi.