Archive for febbraio 2011

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Bravi.

26 febbraio 2011

Questo post verrà aggiornato nelle prossime ore quando avremo maggiori informazioni sia da siti militanti che giornalistici che, soprattutto, da testimonianze dirette della giornata di mobilitazione antifascista contro un convegno a cui partecipava Casa Pound, quindi verrà modificato a breve. Nel frattempo, una breve cronaca riassuntiva sul sito di Repubblica, dove trovate anche le foto della giornata -mentre su ZeroInCondotta c’è il liveblogging della giornata con anche video e audio!

Intanto: bravi.

la home di Repubblica

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Lega la Lega (1 e 2).

25 febbraio 2011

La prima informazione ci viene da un’intervista di qualche giorno fa rilasciata dall’on. Mario Borghezio a KlausCondicio, il talk show di Klaus Davi che trovate sul suo canale YouTube (qui l’intervista). E i miei piccoli 24 lettori si chiederanno: “Ma Borghezio chi, quello che viene invitato ai congressi dell’estrema destra francese? Quello che dichiarò che <il regionalismo è un buon modo per non essere considerati fascisti nostalgici, ma sotto sotto siamo sempre gli stessi>? Quello condannato per aver dato fuoco ai cartoni degli immigrati che dormivano all’aperto?” Esatto, proprio lui (come siete informati!).

L’intervista è ricca di perle gustose, come il personaggio ama regalare. A un certo punto non disdegna nemmeno degli obliqui avvertimenti in tema con i 150 anni dell’Unità d’Italia:

Non vorrei che con questa “risorgimentalite” qualcuno dei troppo numerosi monumenti e targhe dedicati in tutto il Paese a Garibaldi subisse qualche pericolo. Se succederà… Sarò il primo a dire di chi è la colpa: di quelle alte cariche che non hanno pensato alle conseguenze negative di tanta retorica.

Sarà anche che Borghezio, così come il suo segretario di partito per molto meno, non si è mai tirato indietro di fronte al rischio di procurato allarme. Ma l’intervista prosegue. Ora non so voi, ma a Garibaldi noi si vuole bene: per questo segnaliamo il passaggio in cui si esamina meglio la storia del Risorgimento e del processo unitario:

Garibaldi entrò a Napoli scortato dai mafiosi e dai camorristi. Per questo andrei a fucilarne il cadavere e non certo a celebrarlo, mi si perdoni la provocazione. Questi sono fatti storici, la gente deve sapere che Garibaldi pagò le pensioni alle mogli dei mafiosi. È l’icona di “Roma ladrona”, un alleato della mafia, uno che ha portato i mafiosi nel Palazzo e non ha favorito il popolo e la gente per bene, come numerosi storici hanno inequivocabilmente accertato.

lo spezzone dell’intervista con queste affermazioni

Non c’è che dire, è proprio un bell’esempio di mondo alla rovescia! Rovesciamento? Qualcuno ha detto rovesciamento?

 

Potremmo pure raccontare la storia di quest’immagine, ma godetevela così

Comunque niente paura, Borghezio non si tocca. Come si potrebbe, dato che in così tanti lo stimano, lo seguono e riprendono le sue parole? Sorvoliamo sul fatto che le parole riguardino l’opportunità di sparare a colpi di mitra sui profughi (qui il video dell’assessore regionale veneto Stival).

Cambiamo argomento: passiamo ora dal borghezio-pensiero (?) alla fredda e grigia cronaca parlamentare. Alcuni di voi sapranno come in questi giorni si stia discutendo in Parlamento il disegno di legge di conversione del decreto cosiddetto “Milleproroghe”, quello che serve appunto a prorogare le scadenze dei termini di molti provvedimenti, disposizioni e adempimenti: nella fattispecie, questo contiene moltissime schifezze. Nella prima versione del decreto c’era anche la (ennesima) dilazione del pagamento delle multe degli allevatori che non hanno rispettato le cosiddette “quote latte” europee.

Il provvedimento è stato prima stralciato, poi -su pressione della Lega Nord- reinserito. E sapete da dove si sono presi i soldi per rientrare dalle multe stratosferiche che l’infrazione a livello europeo costa all’Italia? Citiamo dal sito Giornalettismo:

Una perla contenuta nel Milleproroghe approvato al Senato che concede un’altra proroga sulle quote latte agli allevatori accusati di aver “splafonato” (cioè prodotto più del dovuto) e che dovranno pagare le multe alla Comunità europea. Per accantonare i soldi e permettere al provvedimento di non essere incostituzionale, le risorse — 5 milioni di euro — si sono prese dai fondi per la ricerca oncologica.

Capito? C’è però un grandissimo lato positivo che questo provvedimento, a guardar bene, contiene: augurare un cancro a costoro non sarà mai stato così profondamente appagante.

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Cinque storie bellissime

24 febbraio 2011

Catherine Pozzi, poetessa (1882-1934) "L'orrore della mia vita è la solitudine. Giacché io sono un'inferma. Non posso raggiungere gli altri, mai. Di qui, queste intossicazioni per un sentimento, e questi eccessi di materia spirituale."

Chi di voi conosce L’Enciclopedia delle donne? Il nome parla per sé: essa è un progetto collettivo di donne e uomini che

da sempre si propone di radunare, illuminare, costruire e divulgare. Che cosa?

Intanto la conoscenza, nomi e cognomi. Ogni nome e cognome fa una storia, e ogni storia singola va in un paesaggio pieno di storie, e tutto diventa la Storia. Ma senza la storia delle donne – di tutte le donne – non si fa una bella Storia: si fanno degli schemi, delle approssimazioni, dei riassunti che non somigliano più a niente. E che fan danno.

L’altra cosa che si divulga da sé facendo un’Enciclopedia delle donne è l’idea della libertà: la conoscenza delle donne in carne e ossa del passato e del presente, al pari dell’esperienza, sgretola le grate di quei pochi, limitati modelli a cui la loro vita (destino, vocazione, intelligenza, desiderio) viene ancora ricondotta.

"L'eccezione conferma la regola e al tempo stesso la invalida... Sono ossessionata dall'eccezione."

Ma questo non vuole essere un post sull’Enciclopedia: vuole essere uno spunto per prendere, da lì, cinque storie cinque: 5 biografie femminili tutte diverse (ma forse non così tanto) e distanti tra loro (ma forse non così tanto). Sono le storie di partigiane, resistenti, scrittrici, artiste, poetesse, aticonformiste:

Joyce Salvadori Lussu

Marcela ed Elisa

Claude Cahun (nata Lucy Renée Mathilde Schwob)

Ondina Peteani

Catherine Pozzi

Leggetele.

 

[Ulteriore nota: le curatrici del progetto dell’Enciclopedia sono Rossana Di Fazio e Margherita Marcheselli: ma gli autori e le autrici sono veramente tanti. I contenuti dell’Enciclopedia sono disponibili sotto una licenza Creative Commons 2.5 e a tutto questo si accompagna pure un blog, Lo specchio delle dame.]

Claude Cahun, "I.O.U.", 1929-30

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Letture sulla #Libya

24 febbraio 2011

Posto tutto questo anche in considerazione del fatto che sarebbe interessante che chi ha delle osservazioni poi ce le facesse conoscere commentando.

Secondo me ha ragione fin nelle virgole Rossana Rossanda nel suo intervento di oggi sul manifesto. Se doveste leggere una cosa cosa, leggete questa.

La foto viene da questo Flickr: http://www.flickr.com/photos/a7fadhomar/

Gli scenari futuri dell’immigrazione e perché parlare di “esodi biblici” è una solenne sciocchezza buona solo per gli imbecilli, da Fortress Europe, il blog del mai abbastanza lodevole Gabriele del Grande. Sempre una confutazione sul sistema delle migrazioni dalla Libia anche su Crisis.

Il blog Petrolio, che di petrolio appunto parla, ci informa sullo stato delle forniture in particolare in quest’articolo.

Un’analisi emme-elle fin nel midollo sul sito dell’Ernesto (vabbè, per questa ha insistito Franchino).

Un articolo documentato con molte delle cifre sul commercio di armi da parte di industrie italiane e non solo verso la Libia si trova sul sito di Lettera 43.

Attenzione! La storia delle “fosse comuni” è una solenne stronzata: si può facilmente confutare come fa oggi Luca Sofri visto che basta un po’ di sano fact-checking. Che però di fronte a tutto questo qualcuno possa sentire puzza di Kosovo e di futuri interventi “umanitari” (già) ci sta eccome. Anche sul blog Militant ci si fa la stessa domanda in maniera un po’ rozza, nei commenti risponde in modo articolato e molto intelligente Wu Ming 1 e si può vedere anche qui.

Per finire, Radio Radicale dedica un dossier di interviste ad esperti sulla crisi in Libia: le tre parti sono qui, qui e qui.

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Cattivissimo me

24 febbraio 2011

Riprendiamo questo lancio dell’agenzia Asca, che vi prego di leggere attentamente cercando di visualizzare le scene (tip: a Malta perché avevano paura di essere rimpatriati dall’Italia):

LIBIA: ESILIATI A MALTA BRUCIANO BANDIERA ITALIANA

(ASCA-AFP) – La Valletta, 22 feb – Circa 100 cittadini libici rifugiati a Malta hanno bruciato una bandiera italiana durante una manifestazione di protesta contro Muammar Gheddafi davanti all’ambasciata libica a La Valletta. I manifestanti, davanti alla polizia che circondava l’edificio, hanno gridato slogan contro l’Italia, accusata per gli stretti legami con il dittatore di Tripoli, e hanno definito ”eroi” di due piloti dell’aviazione che ieri si sono rifiutati di bombardare la folla a Bengasi e sono scappati a Malta, il paese della Ue piu’ vicino alla Libia.

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la foto non c'entra nulla, ma senza questa didascalia non l'avreste mai saputo

Così come in Libia si grida “Morte a Berlusconi” e slogan contro l’Italia: mentre vengono massacrati a colpi di machete i migranti del corno d’Africa respinti dall’Italia nelle carceri libiche (prendetevi un attimo per rifletterci). E adesso vai lì a dare loro torto: per loro, noi, l’Italia, siamo i cattivi.

 

Lo so che è difficile da pensare: nelle favole che leggevamo da bimbi (o nei film che guardiamo da adulti) ci identifichiamo coi buoni, che di solito sono anche bianchi e cristianoccidentali. Certo, la storia non dà giudizi di valore, ma chi storico non è ha tatuato dentro la testa un modello narrativo di buoni VS cattivi: è persino giusto, viene facile da raccontare. Ma provate a pensare a come i libri di storia che fra qualche decennio parleranno di questi tempi e alle parti in commedia: da che “parte” metteranno noi?

Dico “noi”, non i mercenari italiani che starebbero aiutando a reprimere la rivolta, non i rappresentanti del governo italiano, né solo quelli che li hanno votati. Proprio l’Italia. Adesso ve lo scrivo in grande: SIAMO I CATTIVI. Poi arriverà la Storia ad attribuire non torti e ragioni, ma cause, responsabilità, interpretazioni.

P.S: Ah, prima o poi porta anche un’altra cosa, la Storia: il conto. Salato.

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A quarant’anni sarò il re della pista

23 febbraio 2011

Era da un po’ che lo volevo scrivere: il nuovo video dei Radiohead con Thom Yorke che balla in quella maniera assurda facendo il figo essendo partito con una roba come “Creep” fa immaginare che ad anni di distanza ci sia speranza per tutti. Parodie del video di Lotus flower qui, qui e qui.

La canzone invece non è eccelsa, ma sembra migliorare con il numero di ascolti: però poi penso che non ci si deve fidare di questo criterio.

EDIT: uno non fa in tempo a scrivere il post che sul Post, con la maiuscola, ne raccolgono un sacco di parodie. Che poi, ovviamente, come poteva non esserci un Tumblr a proposito? Mi sa che se non creo una categoria diventerà la tag più grande di tutte.

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Proporzioni.

23 febbraio 2011

Roberto Vecchioni: Sanremo = Vladimir Luxuria: Isola dei famosi.

E volete sapere anche un’altra cosa? Malgrado quel che ne scrissero e ne scrivono alcuni commentatori, né l’uno ne l’altra hanno nulla a che fare con le sorti della sinistra italiana, tanto meno sono sintomi di avanzamento.

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L’attenzione

19 febbraio 2011

Siccome abbiamo fatto un post molto visitato su Simone Weil, desumiamo che ne siate appassionati. Da qui, l’opportunità di segnalare questo video, il trailer del documentario sulla filosofa francese di un paio d’anni fa.

P.S. Lo so che non c’è vera implicanza tra la prima e la seconda frase.

P.P.S. Il documentario in questione è diretto da Julia Haslett. Maggiori informazioni qui.

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Teoria ingenua degli insiemi.

17 febbraio 2011

Ora, sarò sicuramente un po’ troppo naive per comprendere a fondo la complessità del mondo e i comportamenti sociali. Ma secondo voi esiste qualcuno che abbia letto per intero 1984 (senza esservi costretto) e che guardi il Grande Fratello in televisione? Queste due categorie di persone hanno delle intersezioni?

Non riesco a capire se la società dei consumi e post-moderna possa tranquillamente accettare paradossi simili oppure no. Mah.

plaza George Orwell, Barcelona: zona vigilada

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Sviluppo e ricostruzione

17 febbraio 2011

Se provate ad andare all’indirizzo http://www.presidency.gov.eg/

vi si aprirà questa pagina:

Non è meravigliosa?

Mai pagina web di “under costruction” fu più veridica. Fonte, in cui nei commenti si fa notare come il font usato sia in effetti l’Algerian (avrebbero potuto almeno usare il Papyrus. Io l’ho trovata qui, comunque (buttate un occhio a tutto il sito, ché merita).

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L’itagliano sallo!

17 febbraio 2011

Effettivamente, dalla situazione emergente da alcuni commenti recenti, ci manca una policy per quel che riguarda la forma dei commenti, quindi recupero una roba che avevo salvato qualche tempo fa (la fonte sarebbe questa). Leggete e condividetene tutti con i mitici bottoni qua sotto.

"O FOTTITI" rende esattamente l'idea

Per una versione allargata, potete cliccare sull’immagine (e ridere di alcuni degli esempi di frase riportati). D’ora in poi agiremo come se tutti abbiate letto e accettato le “condizioni di contratto”, anche perché sono veramente il minimo, eh.

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Butta via tutto!

16 febbraio 2011

Non so voi, ma io scopro del festival di Sanremo solo perché uno o due giorni prima leggo un trafiletto su un giornale o una notizia sul web: sta cioè nel limbo di quei programmi come TeleThon o lo Zecchino d’Oro, quelli che “ah, è vero che esiste anche Sanremo, è già febbraio”.

Oggi però c’erano vari commenti sull’esibizione di ieri sera di Luca e Paolo, che hanno cantato una “Ti sputtanerò” sull’aria di “In amore” di Morandi dedicandola a Pheeni e Bernascone. Male? Bene? Video e discussione nei commenti sul Post, riflessione condivisibile su come-funziona-la-televisione su Freddy Nietzsche.

A me in ogni caso, se penso a Luca e Paolo sovviene sempre (oltre a MTv Trip che è il loro lavoro migliore di sempre) “Alla consolle Mimmo Amerelli” su SuperCiro , 12 anni fa. A voi no?

[EDIT: siccome chi dovrebbe saperlo meglio, cioè i dirigenti Rai, non hanno la più pallida idea di come funzioni la televisione, succedono cose come questa]

[EDIT-2: non si sa bene se sia per la reprimenda della dirigenza -ma dubitiamo assai- ieri sera altro sketch di Luca e Paolo su Saviano, Santoro, Fini, Montezemolo e il papa: abbastanza riuscito, se si può dire. Sapevatelo.]

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What you see is what you get.

16 febbraio 2011

Giuseppe

Ora, va bene che si parla di un avvenimento tragico come quello della morte, la settimana scorsa, di un ragazzo di 28 anni nei bagni della facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna per un’overdose di eroina.

Solo che a me sembra di cattivo gusto la lettera che il Preside di facoltà, prof.ssa Carla Giovannini, scrive per il tramite delle pagine de la Repubblica Bologna alle autorità del Comune, rappresentate in questo momento dal commissario Anna Maria Cancellieri.

La lettera è sentita, indubbiamente. Dopo avere descritto gli avvenimenti di quel lunedì dal suo punto di vista, scrive tra l’altro:

E mi sono chiesta, piena di rabbia, se davvero non riusciremo mai a sottrarci alla maledizione di questo luogo, di questa piazza Verdi che non si riesce a riscattare dalla droga.

Noi di Lettere, noi che in via Zamboni lavoriamo, dobbiamo trarre da questa tragedia qualche insegnamento: cercheremo di proteggere meglio i nostri luoghi di lavoro e di adottare un miglior sistema di controllo dei nostri spazi.

Faremo la nostra parte. Così come abbiamo fatto con la pulizia del portico, con l’apertura serale della biblioteca. Ma questa è una cosa troppo seria per essere trattata con qualche accorgimento tecnico.

Possiamo chiuderci dentro, ma tanto il male sta lì, subito fuori dalla porta, e insidia i nostri spazi e soprattutto i nostri studenti. Ed è talmente visibile in questi ultimi mesi da essere diventato scandaloso. Da oggi io non posso e non voglio più fare finta di nulla.

Io, per quello che può valere, volevo dire alla prof.ssa Carla Giovannini che se esprime la sua rabbia con queste parole, sembra dare l’impressione che il problema vero nella morte di un ragazzo stia nel fatto che è venuto a morire nel bagno di una facoltà universitaria. Seguo molto poco la cronaca, perché non mi piace la pietà a buon mercato e il genere giornalistico del “trarre conclusioni generali da un fatto singolo” mi disturba: molto spesso la risposta che do, anche cinicamente è stica22i. Però la pietà, rabbiosa, commossa, silente, quella che ti fa dire “poveraccio, però” e per un attimo sei triste ma triste davvero, prima di tornare alle solite cose, ogni tanto ci sta. Qui io ce l’ho messa, pensando un attimo alla faccenda. E pensandoci però, si arriva ad una conclusione: che ci siano delle cose da mettere in chiaro.

Io volevo dire che per me in via Zamboni, all’Università di Bologna, ma posso allargare il discorso anche ad altri atenei, NON c’è nessuna differenza tra dentro e fuori. Sta qui tutta la differenza con la scuola fino alle superiori: che all’Università si iscrivono persone adulte e maggiorenni, che in un’aula per una lezione può entrare chiunque, che non ci sono bidelli etc. Non entra in Università nessuno che non voglia farlo, né il contrario.

Mi sembra un brutto segnale dimostrare che la preoccupazione stia nel dove è morto il ragazzo e non nel fatto che sia morto. E su questo: signora preside, non è colpa sua. Però non si può dire che “là fuori” c’è “il male che insidia (?) gli studenti”, giacché gli spacciatori stanno dentro e fuori dalle aule -lo so: si vedono. L’insidia è nel bisogno, vorrei persino dire che l’insidia sta nel fatto che il mondo delle droghe leggere e quello delle droghe pesanti si incontrino nel sottobosco dell’illegalità. Se il male è l’eroina, chiamiamola con il suo nome, no? Se invece sta in qualcosa d’altro, non per questo c’è la rassegnazione: l’Ateneo può collaborare in molti modi diversi con le autorità competenti, solo che a me piacerebbe vederlo collaborare prima di tutto con i suoi studenti.

Gli studenti che vogliono procurarsi una dose non hanno difficoltà in questo, visibile o no che sia: come se non fosse già sbagliato in sé il discorso per cui una cosa è tanto più grave e indecorosa quanto più è visibile. C’è una costruzione sociale, c’è una storia dietro quell’idea, l’idea borghese di decoro, c’è un modo chiuso di pensare agli spazi come un rapporto di dentro/fuori: lo so, professoressa, perché me l’ha insegnato lei nelle sue lezioni. So anche che piazza Verdi la sera è già piena (piena!) di poliziotti e che le cose non sono cambiate granché.

Giusta la rabbia, giusto il desiderio di far sì che certe cose non accadano più: ancora più giusto dirsi le cose per quello che sono e trattare gli studenti per le persone adulte e responsabili del bene e del male che fanno che essi sono.

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Le cose cambiano

13 febbraio 2011

“Saper usare i codici HTML nei commenti di WordPress” è il nuovo “saper programmare il videoregistratore”.

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Un post serissimo.

13 febbraio 2011

Cioè, no, ok, fermate il mondo. Guardate:

LOLWUT?

Spinoza? No. Niente paura, è lunga, ma adesso ve lo spieghiamo.

Avete presente Spinoza.it? Il blog di satira che vince ormai da anni il Macchianera award come miglior blog e miglior blog collettivo in Italia? E che quest’anno, dopo che ne è esploso appieno il fenomeno (con libro annesso e tutto), con incontri in real e tutti con le magliette tutte uguali, e poi anche gente che conosco, di cui mai avrei sospettato una cosa del genere, si mette a citare battute di Spinoza, ché ormai piace alla gente che piace.

Come funziona Spinoza? C’è un forum/laboratorio con i topic d’attualità, si parla, si discute, vengono scelte le migliori battute e le si posta sul blog [ora anche con l’indicazione dell’autore di ogni singola battuta, ché prima non c’era]. E centinaia di commentatori furbissimi, sempre con lo stesso schema, dicono quanto facciano ridere le battute. Ma sempre. Ma tipo che “stavo leggendo in un ufficio, sono scoppiato a ridere, il capo mi ha licenziato, ma io sono caduto dalla sedia e ho rotolato pisciandomi addosso fino a giù per le scale senza passare dal via”. Una dinamica odiosa e già sufficientemente stigmatizzata in questo post di Ciclofrenia.

Perché le battute in sé non sono neanche tutte malaccio: hanno tutte la stessa “forma” (Frase A che riporta il fatto. Frase B che contiene la battuta), ma alcune fanno ridere, dài. Cioè, sorridere sì, poi magari in ogni post ce n’è una-due-tre che ti fanno ridere da sogghignarci sotto i baffi. E magari per un motivo cretino, eh, tipo “CACCA”, o per qualcos’altro che fa ridere solo te; perché col ridere funziona così. Ecco, il forum di DanieleLuttazzi è quasi il contrario di tutto questo, nel senso che ci sono regole ferree che discendono dalle Grandi Regole Di Cos’E’ La Satira E Come Funziona. Un geek della risata, insomma. E, come dicevo, a me Spinoza in sé non sta sulle balle, ma ha di insopportabile

1) una comunità di adoratori ciechi e fondamentalisti che spompinano gli autori ad ogni post

2) ora come ora è diventato parte di uno stereotipo sociale: però, colpa qui non ne hanno gli autori

3) la stessa idea, pur in misura minore, della satira geek da laboratorio con tutto un pensiero dietro e noi scherziamo su tutto anche i morti freschi e il Papa e le minoranze perché noi siamo Spinoza, we are legion, preparatevi ad essere assimilati.

Poi, per carità, MEH. Fa ridere, bene, non fa ridere, sticazzi. Il meccanismo che si è creato, però, ingrippa di brutto tutta ‘sta cosa della “satira”.

Insomma tutto questo per dire che oggi sono capitato a questa cosa qui, cioè uno Spinozabot (anzi, due), un generatore automatico di post di Spinoza commentati, tecnicamente ineccepibile. Io amo chi ha prodotto questo dal più profondo del mio cuore, e darei loro tanti soldi se li avessi qui (loro, non i soldi: cioè, anche i soldi, in realtà). Una roba, appunto, tipo così:

Ricordo il suo bel nome...

E questo basterebbe ampiamente a qualificarlo tra le invenzioni migliori dopo il fuoco e la navigazione a schede. Invece, intervista su RiotVan al “collettivo” che creato il bot che è una delle cose più ULTIMATE WIN di sempre.

Cos’è un bot?
Di base, è un apostrofo rosa tra la parole “Fate basta”. Smettetela di indignarvi, se la vostra indignazione non fa che spingervi a trasmetterla ogni momento su Facebook, su Friendfeed, su Tumblr, su Quora, su Diaspora, su Spinoza.it, nei vostri blog privati; fate basta, capisco che abbiate bisogno di scaricarvi la coscienza, però no, non è il modo, non è il luogo e soprattutto voi non siete nemmeno la persona  adatta a farlo.
Inoltre, la satira non è un bukkake. La satira non è lanciare merda nel ventilatore e ritrovarsi collettivamente ad annusarla (e nessuno che possa dire che la merda puzza, perché romperebbe l’incanto).
E ancora:

 

Il bot contesta un meccanismo che da Spinoza è esploso diventando Metro Assoluto Per La Valutazione Della Satira Nel Mondo. In giro a volte leggi commenti come “brutta, questa. Su Spinoza non l’avrebbero pubblicata”. Le solite toghe rosse. Che si fanno la Lotta Continua in tribunale. La superiorità del bot sul forum di Spinoza è sintetizzabile in due aspetti: una maggiore percentuale di battute riuscite e il fatto che non spreca ossigeno che potrebbe servire a me. Inoltre, non ti fa sentire in colpa quando scrive stronzate. E poi ha ancora le mestruazioni. Quindi potrebbe avere figli.

Leggetevela tutta, va’.

 

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Italia, uno.

12 febbraio 2011

Un aggiornamento veloce, ché oggi e domani non ho tempo (perché sono qui, ma tanto non mi vedrete).

DISCLAIMER: occhio, emozioni forti, video non adatto ai cardiopatici.

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Uniti contro la crisi/2: abbiamo l’inno!

12 febbraio 2011

Siete giovani, precari e arrabbiati? Protestate contro la crisi economica causata dalle bbanche, cioè, ci rubbano il futuro noi blocchiamo la città?

Siete in cerca di un inno di battaglia, qualcosa che esprima la rivolta generazionale? E lo sapete che per ora ancora manca, ne abbiamo scritto qui.

Allora ecco quello che fa per voi, “Il senso del risparmio” del più misconosciuto tra i rapper degli anni ’80-’90, Gregorio! Finalmente la generazione che vive la crisi economica si potrà riconoscere in versi come

Si sente dire in giro che il paese è in grande crisi,

ma intanto siamo bravi nel pagare coi sorrisi,

la crisi purtroppo c’è, si vive, è evidente,

ma siamo sempre noi a pagar le conseguenze, STOP!

La soluzione prospettata è dunque il ritorno a un sano senso del risparmio:

ci vuole il senso del risparmio o ci romperanno il culo

in cui in nuce possiamo intravvedere un invito alla sobrietà degli stili di vita, al km0 e allo STOP (…) al consumo di territorio. O forse no. Chissenefrega, lui è così deliziosamente anni ’80 con quel maglioncino con cui appariva sulla copertina dell’LP “Insieme a noi”, il sopracciglione alla Elio e il rap de noantri alla Jovanotti. Vedevatelo!

Ha anche un Maispeis! Andavateci! Fonte dell’articolo qui.

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Uniti contro la crisi; insospettabili adesioni!

11 febbraio 2011

Mentre ricordiamo ancora l’appuntamento con la presentazione bolognese del progetto culturale nazionale “Calpestare l’oblio” stasera dalle 18 (assemblea) o dalle 20.30 (reading) al Bartleby [Maggiori dettagli? Scoprirete tutto andando qui], ecco una foto che anche i centri sociali gradiranno!

Il fronte della lotta di classe contro la crisi si allarga: studenti, operai, precari, lavoratori della conoscenza e… pizzaioli! L’altro giorno nella buchetta della posta mi è infatti arrivato un volantino dell’ennesima pizzeria da asporto, che però recitava così:

volantino (il nome della pizzeria non c'è per evitare accuse di pubblicità occulta e poi "siamo-tutti-pizzaioli!", o no?

Gioite, compagni! Se anche i pizzaioli si uniscono alle lotte, il capitale deve veramente tremare! 😉

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“Acciacca lo zingaro!”: neofascisti, neorazzisti e no.

10 febbraio 2011

Dice: mica c’è da preoccuparsi, quelle neofasciste sono posizioni sbagliate, ma in una democrazia tutte le idee hanno pari cittadinanza. IL CAZZO.

Detto questo, circola in queste ore la notizia della creazione del gioco in rete ed apparso (creato?) sulla pagina Facebook di Forza Nuova – Roma sud. Al netto delle agenzie che non riescono a non etichettare come “shock” quel che invece è imbecille e odioso, le cose sono andate come segue.

acciaccia lo zingaro!

Da La Repubblica – Roma:

“ACCIACCA lo zingaro”. È il titolo del terribile gioco a premi pubblicato su Facebook da Forza Nuova Roma Sud. “Possono partecipare tutti – è spiegato nel regolamento – basta avere un qualsiasi mezzo di locomozione che cammini, più è grosso e più va veloce sarà facilitato nella raccolta dei punti”.

In realtà, servirebbe una parziale correzione su questo punto. Il commento proseguiva, “MA SI PUO’ PARTECIPARE ANCHE CON LA BICICLETTA DOVRETE PASSARCI SOPRA PIU’ VOLTE“. Credevo doveroso farlo notare.

E nella stessa pagina zeppa di citazioni fasciste si trovano altri commenti contro i rom. Nello spot per il macabro gioco, con un video pubblicato su Youtube dal titolo “La rovina dell’Italia”, si vedono immagini di campi in fiamme, un fumetto del ministro Maroni con il pollice sporco di inchiostro per le impronte digitali e la scritta “Italia Uno”, la frase «stop ai ladri», il fermo immagine sul lancio di una molotov, vigili del fuoco che spengono roghi, baraccopoli sotto a un ponte, le fasi successive a un incendio in un campo, una baracca bruciata.

Il video in questione [attenzione: è una visione davvero pesante da sopportare] lo trovate qui sul Tubo. E soprattutto, per capire l’aria che tira, leggete i commenti al video -cose tipo “i rom andrebbero deportati e messi nei campi di concentramento…” oppure “Ora basta… bel video, basta con questa democrazie, vengono a casa nostra a comandare e io sai cosa vi dico rimandiamoli indietra e calci nel culo“. Ricordate? Niente di troppo diverso da quel che già il nostro blog aveva raccolto sullo stupro di Guidonia. A dirla tutta, la federazione roma di Forza Nuova ha già preso le distanze dal gruppo, pure messo in piedi da iscritti, ed annuncia sanzioni per gli stessi, visto che “La nostra linea politica sulla questione rom è chiara”: di Forza Nuova e delle sue posizioni parlammo qui.

Eccoli qua

Giornalettismo segnala giustamente che il gruppo preesisteva di qualche giorno al rogo delle baracche: quando altri utenti vi sono capitati, è stato segnalato e rimosso da Facebook dopo poche ore. Ora, è chiaro come il sole che Facebook non c’entra niente e non costituisce un motivo di ulteriore o particolare gravità rispetto alla vicenda in sé: le frasi e gli umori sono gli stessi che chi li ha scritti probabilmente non si vergogna di pronunciare a voce alta. Semmai quel che anche la saggistica inizia a chiedersi è se quel tipo di discorso non abbia iniziato a fare breccia anche nel campo democratico, sia insomma “passato”. Aggiunge a ragione il blog di PianetaTech, da cui è ripreso anche lo screenshot del gruppo FB, che

Il particolare più inquietante è rappresentato dal fatto che l’invito ha raccolto immediatamente adesioni e commenti positivi da parte dei simpatizzanti del gruppo, che hanno mostrato il proprio compiacimento verso il recente incendio nel campo nomadi di Roma, nel quale sono deceduti quattro bambini.

Lo ricorda anche il lancio Ansa. Ovviamente i neofascisti odiano Alemanno e Polverini quasi quanto i rom stessi, proprio perché una volta camerati e ora, dicono, vendutisi per la poltrona: “lutto cittadino a roma x la morte d 4 zingari??? questa è l’italia…. ammazzati alemanno!!!!!” e “Sono morti bruciati quattro bambini rom. Adesso Roma è inquinata dal loro fumo. Addirittura lutto cittadino. Bravo Alemanno!“. Egli ha ovviamente condannato il gruppo Facebook e Forza Nuova, anche se sembra quasi più preoccupato di tenere (?) pulita la reputazione dei romani che dell’episodio di intolleranza in sé.

di sgomberi si muore

Che poi il sindaco Alemanno nel suo mandato sia stato solidale con i rom sarebbe tutto da dimostrare, considerato che invece vi sono tutte le prove di un accanimento negli sgomberi dei campi e delle roulotte, regolari o no che siano. Accanimento con aspetti extra legem e che ovviamente non può risolvere il problema della povertà, della scolarizzazione e di alloggi decenti, ma in compenso sposta da un luogo all’altro centinaia di persone. Questo pomeriggio chi non è d’accordo con quella politica si trovava per un presidio in Campidoglio: bravi. Se poi volete vedere delle bellissime foto scattate nei campi rom della mostra fotografica “A forza di essere vento” organizzata dalla Regione Toscana per la giornata della Memoria, trovate la gallery sul sito del Post.

Ciliegina sulla torta, siccome (ricordate?) con un pranzo a base a di pajata e polenta leghisti e postfascisti hanno ufficialmente fatto pace, anche il forum ufficiale di Radio Padania Libera, di cui avevamo già parlato qui e qui, l’ottimo Daniele Sensi dal suo blog ci informa che nel frattempo “Acciacca lo zingaro” ha fatto proseliti! Citiamo testualmente, al di là dei congiuntivi sbagliati: “un gioco che appassiona sia grandi che piccini, che grazie all’aiuto di importanti informatici ha reso il gioco divertente e nello stesso tempo impegnativo. Cosa aspetti? Tuffati anche tu nello splendido mondo dei campi rom per poi bruciarli!“. A chiudere, uno smiley sorridente.

 

dal forum di Radio Padania

Non so voi, ma io provo rabbia e senso di vomito.

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Hit Manie e dintorni.

10 febbraio 2011

A volte capita che una consapevolezza non nasca da una meditazione e una considerazione profonda sulle questioni, quanto da un’improvviso abbaglio.

La compilation... del TUO INVERNO!

Io per esempio a metà mattina mi sono ritrovato abbagliato da questo fatto: avete notato che negli ultimi anni non ci sono più le compilation invernali di eurodance con relative insopportabili pubblicità su radio e TV? O, se ci sono ancora, sono pubblicizzate molto meno di prima; io mi accontento di questo. E visto che immagino sia perché i profitti relativi siano stati uccisi dal downloading, ecco dunque un altro buon motivo per continuare a scaricare musica da internet.