Posts Tagged ‘Libia’

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Il nuovo evento Marvel dell’estate?

27 marzo 2011

Allora, la notizia è questa: la NATO ha deciso di ribattezzare l’operazione militare in Libia da “Odyssey Dawn” (titolo da action movie con Bruce Willis che significa “alba dell’odissea” e non “odissea all’alba”) in “Unified Protector“.

Solo a me sembra il titolo di, uh, una miniserie di Iron Man -o una nuova run di Devil affidata a Bendis?

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Laterale.

23 marzo 2011
A parte che WordPress è stata down tutta la sera che neanche su Tumblr e non lasciava vedere la dashboard, una roba da panico che mi stava facendo usci’ pazzo, ma vabbé.

No, mi chiedevo: la situazione in Libia è sicuramente complessa, così per quanto si sia già spiegata una posizione nel post precedente non si può non vedere come da un lato e dall’altro ci siano ragioni e torti e sicuramente assumere posizioni manichee non aiuta il dibattito. Per fare avanzare la discussione e capire cosa sia giusto, ci viene in aiuto la pratica -di origine Zen- del Pensiero Laterale.

per ciascun problema è sempre possibile individuare diverse soluzioni, alcune delle quali emergono solo

  • prescindendo da quello che inizialmente appare l’unico percorso possibile
  • cercando elementi, idee, intuizioni, spunti fuori dal dominio di conoscenza e dalla rigida catena logica

Ok, quindi la mia supposizione: e se gli interventi militari ONU fossero progettati solo per farci pronunciare più spesso la parola “egida“? Così, propongo.

 

….

 

Oppure per lanciare questa nuova moda (dalla pagina Feisbuc del Vernacoliere, 4 marzo):

 

Siete pregati di notare la finezza di "H Bul".

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Se verrà la guerra, marcondirondero

22 marzo 2011

La migliore posizione teorica sugli eventi di stretta attualità nonostante tutto il rumore che ci circonda. Questo blog si dichiara contrario allo sfruttamento eccessivo di de André, ma quando ci vuole ci vuole.

(il video non c’entra nulla, ma il signor Sony ha deciso che le SUE canzoni si possono guardare solo su YouTube)

Se poi proprio ci tenere a leggervi qualcosa, però, vi diamo un elenco ragionato di fonti e commenti -non per forza equilibrate in base alla par condicio, ma almeno intelligenti, ecco, quello sì.

Fonti:

– La pagina di Mibazaar, un sito che geotagga su Google Maps gli ultimi tweet dalla Libia, live

– Sul sito Linkiesta, le infografiche sul ruolo e la collocazione delle tribù libiche e con la posizione dei comandi militari e degli armamenti. Per approfondire la storia della Libia e delle sue popolazioni (ché la Libia come entità unica mica esisteva prima del 1911, ce la siamo inventata noi) articolo di Massimo Introvigne sulla Bussola Quotidiana.

– La stessa cosa, ma con una mappa unica, interattiva e dettagliata con le unità navali ed aeree per ogni paese sul sito de El Mundo: l’unico difetto è di essere, ovviamente, in spagnolo (ma si capisce, suvvia).

Gasdotti, oleodotti e giacimenti libici in un’ottima carta di Limes.

– Su MotherJones, Liveblogging dall’inizio degli scontri ad oggi, in inglese: ben fatto, altrimenti c’è Repubblica.it che si salva.

Commenti:

Cosa ne pensa chi scrive, in due parole? Qui; Sandrone Dazieri.

Gli articoli in assoluto migliori, che mettono ulteriori dubbi ma danno un buon quadro della situazione senza retorica, li abbiamo letti da parte di Enzo Mangini sul sito di Carta (“Nel dubbio, bombe”) e qualche giorno fa da parte di Gennaro Carotenuto (“Bengasi, nonostante l’ONU, è sola”).

L’ottimo Gabriele del Grande si trova a Bengasi e da lì aggiorna il suo blog, Fortress Europe: un pugno nello stomaco.

Dopodiché, se vi va spaziare un poco: ci sono

– “Tutti i dubbi sulla guerra in Libia”, sul Post: che poi proprio tutti non sono -Piero Vietti sul suo blog sul Foglio ha messo  insieme i pareri della stampa italiana fino a ieri (22 marzo, qui)

Un articolo che studia l’impatto dei missili Cruise, sul manifesto: parallelamente, uno studio su PeaceReporter s’interroga sull’uranio nei Cruise

– “Perché si ricomincia con la guerra” su Mazzetta

– “Cinque stupidaggini sulla Libia“, su Distanti Saluti (mah)

– Carmilla, “La vergogna senza fine di noi Occidente in guerra” (doppio mah)

– C’è l’abilità dello staff di Obama dietro l’apparente ruolo defilato degli USA? Lo sostiene Christian Rocca sul Sole 24 ore.

– A proposito del trattato italo-libico, di accordi e diplomazia internazionale, “Pacta sunt servanda” su LexItalia.

Infine, su Repubblica ci sono i reportages di Vincenzo Nigro, e per la cronaca date un’occhiata ai siti delle agenzie: Ansa, AgiAdnKronos, ReutersAsca, Autostrade per l’Italia, ma soprattutto con la partecipazione dell’ENI. Speriamo finisca presto.

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Letture sulla #Libya

24 febbraio 2011

Posto tutto questo anche in considerazione del fatto che sarebbe interessante che chi ha delle osservazioni poi ce le facesse conoscere commentando.

Secondo me ha ragione fin nelle virgole Rossana Rossanda nel suo intervento di oggi sul manifesto. Se doveste leggere una cosa cosa, leggete questa.

La foto viene da questo Flickr: http://www.flickr.com/photos/a7fadhomar/

Gli scenari futuri dell’immigrazione e perché parlare di “esodi biblici” è una solenne sciocchezza buona solo per gli imbecilli, da Fortress Europe, il blog del mai abbastanza lodevole Gabriele del Grande. Sempre una confutazione sul sistema delle migrazioni dalla Libia anche su Crisis.

Il blog Petrolio, che di petrolio appunto parla, ci informa sullo stato delle forniture in particolare in quest’articolo.

Un’analisi emme-elle fin nel midollo sul sito dell’Ernesto (vabbè, per questa ha insistito Franchino).

Un articolo documentato con molte delle cifre sul commercio di armi da parte di industrie italiane e non solo verso la Libia si trova sul sito di Lettera 43.

Attenzione! La storia delle “fosse comuni” è una solenne stronzata: si può facilmente confutare come fa oggi Luca Sofri visto che basta un po’ di sano fact-checking. Che però di fronte a tutto questo qualcuno possa sentire puzza di Kosovo e di futuri interventi “umanitari” (già) ci sta eccome. Anche sul blog Militant ci si fa la stessa domanda in maniera un po’ rozza, nei commenti risponde in modo articolato e molto intelligente Wu Ming 1 e si può vedere anche qui.

Per finire, Radio Radicale dedica un dossier di interviste ad esperti sulla crisi in Libia: le tre parti sono qui, qui e qui.

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Cattivissimo me

24 febbraio 2011

Riprendiamo questo lancio dell’agenzia Asca, che vi prego di leggere attentamente cercando di visualizzare le scene (tip: a Malta perché avevano paura di essere rimpatriati dall’Italia):

LIBIA: ESILIATI A MALTA BRUCIANO BANDIERA ITALIANA

(ASCA-AFP) – La Valletta, 22 feb – Circa 100 cittadini libici rifugiati a Malta hanno bruciato una bandiera italiana durante una manifestazione di protesta contro Muammar Gheddafi davanti all’ambasciata libica a La Valletta. I manifestanti, davanti alla polizia che circondava l’edificio, hanno gridato slogan contro l’Italia, accusata per gli stretti legami con il dittatore di Tripoli, e hanno definito ”eroi” di due piloti dell’aviazione che ieri si sono rifiutati di bombardare la folla a Bengasi e sono scappati a Malta, il paese della Ue piu’ vicino alla Libia.

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la foto non c'entra nulla, ma senza questa didascalia non l'avreste mai saputo

Così come in Libia si grida “Morte a Berlusconi” e slogan contro l’Italia: mentre vengono massacrati a colpi di machete i migranti del corno d’Africa respinti dall’Italia nelle carceri libiche (prendetevi un attimo per rifletterci). E adesso vai lì a dare loro torto: per loro, noi, l’Italia, siamo i cattivi.

 

Lo so che è difficile da pensare: nelle favole che leggevamo da bimbi (o nei film che guardiamo da adulti) ci identifichiamo coi buoni, che di solito sono anche bianchi e cristianoccidentali. Certo, la storia non dà giudizi di valore, ma chi storico non è ha tatuato dentro la testa un modello narrativo di buoni VS cattivi: è persino giusto, viene facile da raccontare. Ma provate a pensare a come i libri di storia che fra qualche decennio parleranno di questi tempi e alle parti in commedia: da che “parte” metteranno noi?

Dico “noi”, non i mercenari italiani che starebbero aiutando a reprimere la rivolta, non i rappresentanti del governo italiano, né solo quelli che li hanno votati. Proprio l’Italia. Adesso ve lo scrivo in grande: SIAMO I CATTIVI. Poi arriverà la Storia ad attribuire non torti e ragioni, ma cause, responsabilità, interpretazioni.

P.S: Ah, prima o poi porta anche un’altra cosa, la Storia: il conto. Salato.