Archive for luglio 2010

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Ma liberté, Georges Moustaki

27 luglio 2010

Nuovo articolo al volo, giusto perché il traffico sta crollando, poi torno a sbobinare interviste: canzone un sacco bella del cantautore greco-francese Georges Moustaki, perché mi veniva in mente prima. Non capisco ancora se sia una canzone triste oppure no: forse no, e un po’ sì inseme.

QUI la biografia di Moustaki, soprattutto QUI il bellissimo testo. Ne esiste anche una cover di Serge Reggiani, se vi piace cercatevela.

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Giusto per evitare di ‘bucare’ la notizia: fa caldo, fuori

24 luglio 2010

Questo post è per punirmi. Persistere nel negare che faccia caldo è autolesionistico: vedi la striscia dei Boondocks qui sotto (referenze e diritti ad Aaron McGruder)

-Ragazzo, ci saranno quaranta gradi fuori. Non vuoi venire dentro?

-Per cosa, per il caldo? Mai, io amo il caldo!

-Ok… come vuoi.

-Ci siamo dimenticati che come africani siamo il popolo del caldo. Noi beviamo il caldo: il sole non dà fastidio a un orgoglioso africano. Egli si crogiola nella gloria del sole!

-(…) un orgoglioso africano può bere della Kool-aid (bevanda), o qualcosa del genere?

-è nel frigo, Shaka Zulu

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S.O.S.

18 luglio 2010

Prendere una laurea in una Facoltà di Lettere e Filosofia, per quel che pertiene al rapporto tra ‘competenze’ linguistico-letterarie e la capacità/possibilità di avere cose da dire per cambiare quel che ci circonda, ormai è un po’ fare come il protagonista di

questo video.

(scusate, ma non me lo fa incorporare, per cui cliccateci sopra. Via 5-seconds Films, un sito di video, appunto, di 5 secondi. Molti sono divertenti, alcuni sono geniali. Date un’occhiata ai vari filmati)

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E che ti venga la febbre: mostra a Fidenza partecipata dall’Idioteca grazie al Pheega, ovvero “vogliamo gli Strokes!”

17 luglio 2010

Mentre aspetto che mi venga voglia di mandare avanti la tesi, parliamo di Idioteche e giovani.

Il nostro manifesto IDIOlogico, scritto appositamente per raccattare soldi quando eravamo a rischio chiusura dei rubinetti pubblici, recita appunto

un’invenzione espressa dalla creatività di chi, nel III millennio, si permette di avere ancora vent’anni.

Ci permettiamo perciò di autopromuoverci per quel che riguarda un’iniziativa recente: il 3 di luglio ultimo scorso, l’Idioteca ha partecipato in massa alla versione 3.0 dell’iniziativa culturale itinerante più cool di tutta la bassa padana: la mostra “E che ti venga la febbre”!

Dopo la sua nascita sgarrupata nel bel mezzo dell’okkupazione del 38; dopo la tappa guastallese nel marzo dell’anno scorso [notizia QUI; troverete invece QUI la paginetta dell’Idioteca n.2 dove si riporta in stile ‘tema delle medie’ la giornata], dove in una bellissima chiesa sconsacrata si diede sfogo a tutto l’estro artistico di cui si fu capaci (producendo le famose e coloratissime “idioteche giganti” -REMEMBER TO POST PHOTOS IN HERE LATER), quest’anno la mostra ha fatto tappa a Fidenza, all’interno del contenitore socio-culturale Fidenzainscena: mostre, spettacoli, teatro, musica e una calata inascoltabile sono stati i protagonisti della kermesse.

 

Immagine rubata da Flickr di una mostra precedente visto che nessuno pare avere foto di Fidenza. Ma tanto, chi se ne accorgerà mai?

 

Sabato 3 luglio, segnatamente, il programma prevedeva faville con la Notte Bianca (e ospitate di peso, come questa di Freak Antoni che canta con gli Stiron River e non si sa chi sia più demenziale). Noi al pomeriggio si è esposto le opere, insieme a quelle di tanti altri ggiòvani,  nello spazio espositivo dell’Auditorium OF, nel cortile del palazzo delle Orsoline: estro, creatività, colori e in qualche caso medicinali costosissimi gli ingredienti dei quadri.

Più tardi, verso le 7 del pomeriggio, la premiata ditta che si cela sotto il nome di Abele di Babele si è esibita in un reading poetico/narrativo accompagnato da sapienti melodie blues per la gioia del pubblico (che però, a sorpresa, voleva gli Strokes). A seguire, la serata musicale con i Frivoli acoustic trio dominati dallo sfondo di inquietanti proiezioni a cura di Magister.

 

"VOGLIAMO GLI STROKES!!"

 

Mille altre cose hanno coronato la serata: il succitato Freak e gli Stiron River che intonavano “C’ho troppe fighe, non so più chi scegliere” per lo scandalo delle anziane signore che tentavano di portare via mariti e nipoti, TANTISSIMA torta fritta (per non fidentini: crescentine), lisssio ballato a più non posso, performance chiamentiane improvvisate, Cisco più circense che mai con l’erculeo Roglia, aquiloni impazziti nella notte, tipe seminude che mostrano le terga dal primo piano di una libreria Mondadori.

Infine, un omaggio al vero ideatore di tutto questo po’ po’ di roba:  per introdurlo citiamo da Parma Daily, il magazine per ggente ggiòvane.

L’idea proposta da Matteo Casetti, studente universitario presso l’Ateneo di Bologna, ha trovato l’appoggio dell’ Assessorato alla Cultura del Comune di Fidenza e del Tavolo delle Politiche Giovanili.

Il titolo provocatorio riprende una citazione tratta da Pavese a sottolineare il carattere endemico che l’arte può assumere nei giovani, un mezzo espressivo che sia elemento scatenante di situazioni creative e di confronto.

Così, mentre nel Parlamento nazionale ci si azzuffa, in senso letterale, sul testo di legge sulle comunità giovanili [di cui, comunque sarebbe importante conoscere quel che dice –QUI trovate il testo, QUI la registrazione dei lavori dell’aula, QUI un’analisi critica da parte dei simpaticoni del Vag61], noi dietro il buon Figa si resta cazzari seguaci di un’interpretazione personale del Do-it-yourself punkettone: ovvero, anche se non lo sai fare, fallo lo stesso purché tu tu diverta e qualcosa di buono probabilmente ne uscirà, senza scomodare titanismi o improbabili eserciti del surf (al massimo, gli Strokes).

Si ringrazia dunque insieme a: Martina Castigliani -che domattina si laurea- per la logistica; Herr Direktor per gli sbattoni; Giobbe e Ale per la musica e le poesie; Magister per qualunque cosa; Massi per la performance; tutti gli espositori per il lavoro; chi c’era perché c’era e chi è rimasto il giorno dopo al fiume per la botta di vita… ma soprattutto il nostro Matteo Casetti, in arte Figa (le sorti del quale pare tra l’altro si siano repentinamente sollevate grazie alla notorietà acquistata da sapiente organizzatore di cultura quale egli è)! Ci sentiamo dunque di omaggiarlo in questo piece of life dal significativo titolo di “Foto con Figa”.

 

Foto con Figa. Tanta roba.

 

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Come confondere gli idioti

13 luglio 2010

E’ proprio vero, no?  =)

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Bologna. Piace a molte persone a cui piace Bologna

11 luglio 2010

I social network: piacciono a molte persone che sentono il bisogno di ribadire l’ovvio. Idealmente, chiudiamo qui anche la discussione su Bologna. Esisterà anche un gruppo fan del generale de la Palisse?

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Chi non corre si rivede

10 luglio 2010

Ma la strada unisce o divide? si chiedeva Gregorio seduto su uno di quei paracarri in cemento che dava su un canale qualsiasi fuori Sala Baganza e dietro di lui i vetri oscurati ed il puzzo di gomma strinata rigavano l’asfalto di una qualsiasi strada della provincia parmense. Quella domanda se l’era fatta già trent’anni prima che se ne stava su un muraglione di cimitero tedesco, campagne friburghesi o giù di lì, e guardava fiore in bocca il lento ascendere delle vacche pezzate; Gregorio, stempiato solo un poco, quel tanto da non sembrare proprio un ragazzino, sarebbe rimasto lì per giorni, pochi metri sopra la mulattiera in sterrato che strisciava lungo l’erta ed in cima, al momento liminare del bosco, s’inarcava in un ponticello, solido. Ma furono solo giorni persi a rincorrere il vento, dopo tanti anni di turni alla Nelson-detersivi Gregorio poteva affermarlo con certezza: tutte le mattine a percorrere stropicciato quel rivo d’asfalto – per trent’anni. Ma alla fine quel dubbio continuava ad eroderlo: la strada unisce o divide? Forse dipende: se siamo noi a percorrerla o se siamo spettatori di percorsi altrui. Gregorio questo non lo sapeva o forse non ci voleva pensare perché il pensiero gli avrebbe fatto saltare le cervella a furia di rimpianti o che altro. In Germania, col ventre piatto e muscoli sodi a cingere le ossa, aveva occhi solo per le strade, le percorreva instancabilmente e ad ogni nuova via s’accendeva di un’euforia che manco di fronte ad un harem; ma fu solo questione di mesi e la vita-vera era presto arrivata come un singhiozzo invincibile. L’essere tornato e rimasto a Sala Baganza, per Gregorio, era diventato il ritratto di un fallimento ed era solo la routine a portarlo qualche domenica là, in qualche ombroso anfratto della Val di Taro, lontano dalle strade. Ma la strada unisce o divide? Vallo a chiedere all’ingegner Meloni di Felegara se gli ha fatto piacere vedere la casa ed il podere paterni sventrati dall’A15 per Spezia.

Correggio sta a cinque chilometri dall’inizio dell’autobrennero di Carpi, Modena che è l’auotobahn più meravigliosa che c’è perché se ti metti lissù e hai i soldi e tempo in una giornata intera e anche meno esci sul Mare del Nord, diciamo Amsterdam, tutto senza fare una sola curva, entri a Carpi ed esci lassù. Io ci sono affezionato a questo rullo d’asfalto perché quando vedo le luci del casello d’ingresso, luci proprio da granteatro, colorate e montate sul proscenio di ferri luccicanti, con tutte le cabine ordinate e pulite che ti fan sentire bene anche solo a spiarle dalla provinciale, insomma quando le guardo mi succede una gran bella cosa, cioè non mi sento prigioniero di casa mia italiana, che odio, sì odio alla follia tanto che quando avrò tempo e soldi me ne andrò in America, da tutt’altra parte s’intende, però è sempre andar via.

Pier Vittorio Tondelli, Altri libertini

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A-well-a-bird bird bird

9 luglio 2010

Poi vado a letto, giuro. Però, per chi ieri sera si fosse trovato a ballare semi(?)ubriaco nella penombra dell’affollato salone di casa di un tizio molto biondo: ecco, a me, per un attimo, mentre passava la canzone dei Trashmen, veniva in mente questo:

A well don't you know about the bird? Well, everybody knows that the bird is the word

Che dite, sono malato? Chi avesse una vita vera e non cogliesse il senso della parodia del poster di Obama, dovrà fare riferimento a questo:

Peter Griffin – Surfin’ bird

Come dire, uno dei tanti tormentoni lanciati dalle serie dei Griffin che continuano a girare in rete (e che ti rimangono in testa per tutta la giornata). Vale la pena di notare, comunque, come non sia solo il sottoscritto a non avere ‘na ceppa da fare di sé: già sottolineavo il numero di squinternati che gira a Bologna, ora ne avrete una riprova ulteriore. Nessuno che abbia fatto un giro in Piazza S.Stefano un dodici giorni fa? No, perché in tal caso avrebbe visto questo (maledetti flashmob):

P.S. Nuova funzionalità per il blog: da ora i post e i commenti possono anche ricevere dei voti. E sticazzi?

P.P.S. Per Felice, Massi e chiunque altro non si riconoscesse nella gaia simpatia sprizzata da questo post, “Surfin’ bird” l’hanno incisa ed eseguita live varie volte anche i Ramones. Stavolta sono con voi. Bonne nuit.

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This is where we live

9 luglio 2010

Un video in stop-motion riguardante i libri e la lettura che esce, un video in stop-motion riguardante i libri e la lettura che entra. A ‘sto giro parliamo di un video promozionale di un paio d’anni fa commissionato ad Apt Studio da 4th Estate, nota casa editrice britannica (poi diventata marchio d’élite della HarperCollins) per il 25° anniversario della propria fondazione. Notare che il nome della casa editrice in questione -che fa scelte editoriali abbastanza coraggiose-  cioè “4th estate”, si traduce in italiano con “Quarto potere” (e così ci siamo messi a posto anche con lo sciopero della carta stampata per la libertà d’informazione)…

P.S. è vero, sono preso bene per i video in stop motion, e allora??

P.P.S. Comunque, a meno che non abbia sbagliato qualcosa io, wordpress è un cagone perché non mi fa incorporare video da Vimeo che ha un player serio e lo fa fare da Youtube che al confronto è un triciclo.

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Primo concorso idiotecaro – la conclusione

8 luglio 2010

Grazie a tutti per aver partecipato, in particolare per le foto da Ancona, ma ho appena deciso, sovranamente, che il Primo Concorso Idiotecaro lo vince questo:

Ancora da Bologna 1977. Assumerò un cannibale al giorno per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle.

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Il mestiere di vivere, ancora

8 luglio 2010

“Aver l’impressione che ogni cosa buona che ti tocca  sia un felice errore,
una sorte, un favore immeritato,
non nasce da buon animo, da umiltà e distacco,
ma dal lungo servaggio, dall’accettazione dell’arbitrio e della dittatura.
Hai l’anima dello schiavo, non del santo.”

Cesare Pavese,

via una vecchia mail di Alice
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A diciannove anni è morto Ovidio Franchi

7 luglio 2010

Ragazzi, una cosa. Non credo, o credo poco, ai trip sul tipo di “questo è un blog antifascista”, scritto a lettere maiuscole, i puntini di sospensione e poi 4 o 5 punti esclamativi. I blog antifà poi, per non parlare di quelli femministi, sono perfetti per i troll che vogliono solo fare casino.

Ciononostante, non si può passare sotto silenzio un anniversario importante: esattamente 50 anni fa, il 7 di luglio 1960, a Reggio Emilia, cadevano sotto gli spari della polizia 5 uomini: la loro colpa, manifestare in corteo con la CGIL e le forze della sinistra per protestare contro la repressione dei movimenti contro il governo Tambroni (monocolore DC) dei giorni precedenti. Gioverà ricordare che il quadro politico era di un avvicinamento tra la Democrazia

compagno cittadino fratello partigiano

Cristiana e l’MSI -leggi: fascisti- fino a prospettare un appoggio esterno e che a Genova, città medaglia d’oro al Valor Militare per la guerra di Liberazione, lo stesso MSI doveva celebrare il suo VI congresso, poi annullato per le imponenti manifestazioni antifasciste: questa l’atmosfera in cui si arriva al 7 luglio.

Le ricostruzioni variano in alcuni dettagli, ma quasi nessuno mette in dubbio che le forze dell’ordine abbiano prima attaccato la manifestazione pacifica, anche grazie agli ordini ministeriali che permisero il fuoco in situazioni d’emergenza, e messo poi in pratica quegli ordini al cominciare dei disordini veri e propri. Alla fine della giornata si conteranno 5 morti: Lauro Farioli (anni 22), Afro Tondelli (anni 36, ex partigiano), Emilio Reveberi (anni 39, ex partigiano), Marino Serri (anni 41, ex partigiano) e Ovidio Franchi, 19 anni.

Nessuno pagò mai in giudizio per quei morti. Il fatto fu però immediatamente sentito per quello che era: la saldatura tra l’antifascismo “storico” della Resistenza e quello nato nell’Italia repubblicana. Tra chi ha cantato quei tragici fatti, celebre rimane Fausto Amodei e la sua “Per i morti di Reggio Emilia”, che riproponiamo qui in una versione registrataper le celebrazioni di Duccio Galimberti. Molto bello è anche il racconto della storia che sta dietro alla canzone, riportato dallo stesso Amodei su ‘il manifesto’ del 7. Nulla da aggiungere.

E portate rispetto. E dimostratevi all’altezza.

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First we take Piazza Verdi, then we take Berlin

7 luglio 2010

Quasi ci si dimenticava, da queste parti, di far presente a tutti la riuscita infiltrazione del gruppo idiotecaro in uno dei gangli dell’informazione locale, il sito de la Repubblica Bologna: tremino i potenti, perché saremo ovunque -se ne avremo voglia.

Galleria fotografica, cliccare qui
(questa e altre successive)

Noi nelle foto ci siamo, in borghese, mentre gli antiborghesi del CUA no, pappappero. Al giorno d’oggi si deve portare l’attacco all’occhio del potere.

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It really does.

6 luglio 2010

Dico solo che è stata una serata difficile. Post veri a quando avrò più tempo.

[EDIT: se anche voi, come me, vi siete sempre chiesti da dove provenissero quei maledetti blocchi del Tetris che capitano sempre a sproposito, ora c’è una risposta semplice e razionale (avrei voluto mettere l’embed, ma WordPress continua a mancare di aggiornamenti gratuiti):

College Humour – Tetris God

va detto che ci sarebbe anche la versione dietrologica un po’ più nerd, facciamo che metto anche quella anche se è ovvio che quella giusta sia la precedente; Dissacration – Tetris]

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Kanojo to kanojo no neko

5 luglio 2010

Essendo tornati da Fidenza (bravi, eh, però parlano tutti uguale).

Frustrandomi per essere costretto a reprimere la nerdaggine da fan di animazione giapponese.

Ma certo! Per riuscire a stanare dai loro loculi quegli esistenzialisti che parlano di Kafka, quelli che ascoltano solo Radio3 e gli artistoidi con la Moleskine nella borsa fatta di lattine riciclate ho pronta l’arma finale per avvicinali agli anime senza che se ne accorgano!

Scherzi a parte, trovate 5 minuti per guardarlo, è davvero molto bello. Non sto a spiegare la storia né a fare introduzioni storico-artistiche, vedetevelo e basta.

[EDIT: mi rimangio quel che ho scritto. Makoto Shinkai è un animatore e regista che ancora 26enne si fece conoscere col suo lavoro Kanojo to kanojo no neko, vincendo parecchi premi. Dopodiché uscì con Hoshi no koe (“La voce delle stelle”, meglio traducibile con “Voci tra i pianeti”), un lungometraggio di fantascienza della Madonna -robottoni compresi- realizzato da solo col suo pc di casa, giuro. Segue Kumo no mukō, yakusoku no basho Byōsoku 5 Centimeter, altri lungometraggi di fantascienza in cui riveste grande importanza la distanza nel rapporto tra persone]

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L’ora d’odio

2 luglio 2010

Ieri sera, in piazza Verdi a Bologna, dalla bocca di attempati critici letterari reciprocamente stimantisi si è udita proferire più volte l’espressione “odio di classe”. Essi hanno spiegato come qualcuno più importante e bravo di loro e di noi l’abbia usata, quindi devono avere ragione.

Io invece riflettevo intorno al mio ex-capo (chi c’era alla riunione nel giardino di Chiara e non era troppo fumato ricorderà). Vivono intorno a noi uomini vestiti in giacca a coste e camicie bianche, che-si-sono-fatti-da-sé; guidano SUV, tirano coca, hanno una gestualità teatrale ossessiva; hanno un immaginario plasmato dai concetti di onore, fedeltà e orgoglio: soprattutto conducono aziende per il cui rendimento immaginano che valga solo la determinazione che chi ci lavora ci mette, contro qualsiasi circostanza oggettiva. Non ci sono dipendenti, solo ‘protagonisti di un’avventura’; non ci sono diritti da rivendicare, solo mancanza di determinazione; non c’è distinzione tra lecito e illecito, solo occasioni sfruttate o mancate.

Meglio di qualsiasi descrizione probabilmente funziona questo, un uomo che sprona in modo autoritario dei venditori che hanno già venduto la propria anima al diavolo a cercare ulteriori margini di guadagno ricacciando indietro le critiche:

Costui è Luca Luciani, amministratore delegato di TIM Brasile. Guardatelo ancora, e ancora, imparatelo se potete. Val meglio di mille prediche di critici letterari. In più, è personalmente consolante il legame stretto tra l’avere la faccia come il culo e l’assoluta ignoranza in materia storica.

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Oh, sì. (or, the f**kin’ real truth)

1 luglio 2010

Dal blog 7yearwinter, Bucknasty è tornato e folgora il sottoscritto con ciò che segue (fate un giro su tutto il blog, comunque).

Perché voi SAPETE che è vero.

“Ma lo sai che stasera suona uno che ha vinto il Premio Tenco ?” dice mia madre.

Avete presente quei premi stupidi e inutili, consegnati a chiunque si prenda la briga di ritirarli, come tutti i camion in autostrada con scritto “TRUCK OF THE YEAR” e le lauree in filosofia? Sono andato a controllare sul sito ufficiale del Premio e, tra i vincitori, c’è gente tipo Simone Cristicchi, i Baustelle, Le Luci Della Centrale Elettrica e Morgan. Persone che ottengono punteggi molto alti nella scala di cantanti italiani di merda che va da “0″ a “Bugo”.

È per questo che è morto Tenco? Per gratificare le ambizioni culturali di gente che ha modellato la propria vita sull’avere ventidue anni a Bologna? Non è valso a niente sacrificarsi consumando tutta quell’ottima droga e scopando con centinaia di fighe francesi? Tutto invano? Dovremmo ridare dignità al cantante scomparso, riprenderci il Tenco come gli afroamericani hanno fatto con “negro”, gli omosessuali con “frocio” e i romani con Claudio Amendola. Fanculo i ventiduenni bolognesi!

Oh, sì: sante parole. Più odio per tutti.